Città del Vaticano – Cala ancora l’utile dello Ior, l’Istituto di Opere di Religione. Se nel 2016 è stato di 36 milioni, e nel 2017 di 31,9...
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In particolare, nel 2018 l’Istituto ha servito 14.953 clienti rappresentativi di 5 miliardi di euro di risorse finanziarie (5,3 miliardi nel 2017), di cui 3,2 miliardi relativi a risparmio gestito e in custodia. E’ anche proseguito il processo di ottimizzazione dei costi, ridotti a 16 milioni di euro (18,7 milioni nel 2017). Di fatto al 31 dicembre 2018 il patrimonio, al netto della distribuzione degli utili, è stato pari a 637 milioni di euro, corrispondente a un Tier 1 ratio del 86,4 per cento, (68,3 per cento nel 2017), a testimonianza della sua elevata solvibilità e del suo profilo di basso rischio.
Il bilancio è stato sottoposto a revisione contabile dalla società di revisione indipendente Deloitte & Touche S.p.A. Il 16 aprile scorso il consiglio di sovrintendenza dell’Istituto aveva approvato all’unanimità il bilancio dell’esercizio 2018, proponendo alla commissione cardinalizia la distribuzione integrale degli utili realizzati.
Lo Ior afferma di avere avviato uno screening per la selezione delle attività finanziarie in cui realizzare investimenti coerenti con l’etica cattolica, selezionando esclusivamente imprese che svolgono attività conformi alla Dottrina sociale della Chiesa e continuando a realizzare investimenti tesi a favorire lo sviluppo dei paesi più poveri, nel rispetto di scelte coerenti con la realizzazione di un futuro sostenibile per le generazioni future. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero