OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Contraddizioni, incoerenze e alcuni testa coda. Anche al Papa ogni tanto capita. In questi dieci anni di Pontificato sono stati diversi gli episodi affiorati tra le pieghe di tante udienze private che hanno evidenziato una certa discrepanza tra le parole pronunciate in privato, con gli ospiti di turno, spesso sull'onda dell'emozione del momento, e quelle attribuite ufficialmente a Francesco attraverso i canali ufficiali. L'ultimo episodio è accaduto proprio ieri durante gli incontri separati alle delegazioni dei parenti dei palestinesi di Gaza e a quelli degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas dal 7 di ottobre. Durante la prima udienza concessa alle dodici famiglie israeliane, a detta di quello che hanno ascoltato, il Papa avrebbe definito terrorismo l'atto di Hamas compiuto nei kibbutz e al festival dei giovani pacifisti quasi tutti accoppati, bruciati o stuprati. Francesco con loro avrebbe commentato: «Quello che vi è accaduto il 7 ottobre va oltre la guerra, è terrorismo». Facendo intendere che i miliziani si sono resi responsabili di un atto di terrorismo.
Coi palestinesi, invece, all'udienza successiva, avrebbe affermato che le bombe su Gaza equivalgono a un «genocidio». Un termine che ha precise implicazioni diplomatiche ed è subito stato corretto dal Vaticano e dal cardinale Parolin («improbabile che lo abbia usato») rafforzando così la posizione ufficiale della Santa Sede: di «equivicinanza» alle parti.
I parenti degli ostaggi israeliani ricevuti dal Papa raccontano la loro tragedia
La neutralità che Francesco prova a far prevalere in molti ambiti di particolare criticità a volte non gli riesce ed è causa di situazioni poco chiare.
Gli aggiornamenti o le rettifiche da parte dei collaboratori vaticani sono sempre arrivate puntuali, spegnendo incendi nascenti e riportando la linea vaticana nei binari voluti. Un altro episodio accadde quando accusò l'allora presidente Usa, Trump di non essere cristiano per aver costruito il muro di separazione al confine tra Messico e Usa. La Casa Bianca non la prese tanto bene.
Altre volte, invece, sono state le sue battute ad avere fatto storcere il naso, come quando ai pugliesi disse che la Puglia era una regione pericolosa, naturalmente facendo irritare gli abitanti e i dirigenti regionali impegnati a rivitalizzare il settore del turismo e sollevando una bufera sulla rete. Un'altra volta, riferendosi alle famiglie numerose si lasciò scappare che i cattolici non sono conigli, poichè «la paternità è responsabile e l'ideale è fermarsi a tre figli». Alle suore, invece, disse di non fare le zitellone. Non sono mancate frasi critiche anche sul fronte del mondo gay: i problemi maggiori (all'interno della Chiesa) a suo tempo li fece una frase in cui il Papa diede il via libera alle leggi civili per le coppie omosessuali (nonostante via siano documenti magisteriali in senso contrario). Il Vaticano, naturalmente, fu costretto a correre ai ripari e affermare che il Papa quelle parole non le aveva mai pronunciate.
Persino con il fondatore della Repubblica, Scalfari, quando lo andava a trovare a Santa Marta e parlava liberamente con Bergoglio riassumendo le lunghe conversazioni, ci furono diversi momenti di imbarazzo al punto che il Vaticano dovette prendere le distanze da quanto pubblicato alcune volte. “Nessun virgolettato deve essere considerato come una fedele trascrizione delle parole del Santo Padre”. Quella volta Francesco avrebbe negato l'esistenza dell'inferno.
Il Vaticano fa dietro-front e ritira il francobollo papale (destinato a diventare come il Gronchi Rosa) Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero