Città del Vaticano - Tra gli eroi silenziosi c’è anche una famiglia di semplicissimi contadini polacchi, gli Ulma. Una fotografia in bianco e nero, arrivata a...
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Nel 1939 Hitler cominciò la II guerra mondiale invadendo la Polonia, nel 1941 i tedeschi iniziarono ad eliminare gli ebrei e l’anno successivo svilupparono il piano di sterminio che portò alla morte di 6 milioni di persone. In quel periodo nella Polonia occupata vivevano circa 4 milioni di ebrei che corrispondevano al 10% della popolazione polacca. Nel frattempo i tedeschi organizzarono i campi di sterminio proprio nelle aree occupate, tra cui Auschwitz. Tanti polacchi collaborarono con gli invasori, ma molti altri intrapresero una vera e propria campagna di aiuto agli ebrei, condotta dalle organizzazioni e associazioni clandestine, tra cui il Consiglio per gli aiuti agli ebrei detto Zegota fondato già nel 1942, e dalla gente nelle città e nei villaggi.
Anche la Chiesa fu impegnata, organizzando aiuti materiali, nascondendo gli ebrei nelle case religiose e nei monasteri, incoraggiando ogni forma di aiuto, soprattutto attraverso l’esempio personale dei vescovi, dei sacerdoti e delle suore, che realizzavano in quei tempi bui e inumani l’idea dell’amore cristiano per il prossimo. I tedeschi introdussero in Polonia una legge - unico caso in tutta l’Europa occupata - che puniva con la pena di morte qualsiasi aiuto dato agli ebrei. Si valuta che circa 1 milione di polacchi in vario modo aiutarono degli ebrei riuscendo a portare aiuto e salvarne circa 300 mila. Per questo motivo sono il gruppo nazionale più numeroso tra i “Giusti tra le nazioni": 6706 su 26513 (dati del 31 dicembre 2016).
All’inaugurazione della mostra parteciperanno il rettore dell’Urbaniana, Leonardo Sileo, . Adam Szal, arcivescovo metropolita di Przemyśl dei Latini (la diocesi dove abitavano gli Ulma), i rappresentanti del governo polacco, i rappresentanti dei Giusti tra le Nazioni e padre Bogusław Turek, sottosegretario della Congregazione delle Cause dei Santi.
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Il Messaggero