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Città del Vaticano – Come una diga che pian piano si rompe: in Germania la Chiesa continua a lanciare segnali sempre più forti a Roma a favore di una svolta sul sacerdozio femminile anche se l'argomento resta tabù. Stavolta a mobilitarsi con un documento sono stati i francescani che al termine del capitolo generale dell'ordine mettono in luce il bisogno di raggiungere la parità per l'accesso femminile ai ministeri ordinati.
Diaconesse, sacerdotesse e vescove. Il cambiamento richiesto è stato votato da una ampia maggioranza, come ha messo in evidenza la agenzia cattolica Kna e rientra nella rivoluzione avviata tre anni fa con l'avvio del percorso sinodale dal quale sono scaturite dalla base domande di modifica al magistero nonostante i pareri contrari che ciclicamente arrivano dal Vaticano. Nel dibattito interno al capitolo dei francescani tedeschi è emersa anche la richiesta di limitare la durata dei posti di comando nelle diocesi, sganciarli all'ordine sacro e di fare in modo che possano avere accesso ai vertici anche i laici.
Recentemente ha fatto discutere la presa di posizione del vescovo di Magonza, monsignor Peter Kohlgraf che si è espresso a favore delle donne prete. A suo parere si tratta solo di attendere e pazientare e prima o poi ci si arriverà. Ha aggiunto che probabilmente non sarà una svolta immediata, tanto che immagina certamente tempi lunghi e forse lui non sarà più vescovo di Magonza, tuttavia è certo della bontà di questa riforma. «A volte i processi nella chiesa vanno più velocemente di quanto alcune persone possano immaginare. Nella Chiesa non bisogna mai dire mai. Se ci sono buone ragioni - ed esistono - per ordinare le donne, allora non si può spazzare via questo argomento dal tavolo».
Al momento in Germania - nonostante le richieste di cambiamenti provenienti dalla base, dalle associazioni femminili, e da quelle giovanili, - nessun vescovo si è ancora azzardato ad andare contro le regole in vigore ed ordinare una donna prete, anche perchè verrebbero scomunicati. «Questo è chiaramente stabilito dal diritto canonico. Se ordinassi una donna come sacerdote, allora con questa ordinazione perderei il mio ufficio e l'ordinazione non sarebbe riconosciuta come valida. Sarebbe scismatico per la Chiesa perché un tale passo violerebbe il diritto canonico.
Il Messaggero