Una giovane avvocata cattolica in Pachistan denuncia con coraggio i rischi che corrono gli avvocati a difendere i cristiani dai soprusi di varia natura ai quali vanno incontro in...
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Recentemente, il sequestratore di Huma, Abdul Jabbar, ha minacciato i genitori della ragazza e l’avvocato di accusarli di blasfemia. La sua storia è stata raccolta dall'Aiuto alla Chiesa che Soffre. «Non è raro che ciò avvenga – spiega la Yousaf, che ha già seguito molti altri casi di conversioni e matrimoni forzati - Gli aggressori musulmani spesso minacciano genitori e avvocati, servendosi della legge anti-blasfemia. Dicono: se non smettete di cercare vostra figlia, strappiamo delle pagine del Corano, le mettiamo davanti casa vostra e diciamo che avete profanato il libro sacro».
Difficile ottenere giustizia in Pakistan, se si appartiene ad una minoranza religiosa. «Molti cristiani non sanno di avere dei diritti al pari dei musulmani. La povertà e la mancanza di educazione dei nostri fratelli nella fede permette ai fondamentalisti islamici di abusare dei loro poteri sociali, politici, economici e religiosi per perseguitare i cristiani. E la magistratura subisce una forte pressione da parte dei partiti politici, i quali non assicurano alle minoranze il giusto sostegno a livello giuridico».
La giovane avvocata difende pro bono numerosi cristiani e lavora a stretto contatto con l’arcidiocesi di Karachi guidata dal Cardinale Joseph Coutts e con la Commissione Giustizia e Pace diocesana. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero