Vizi e Linzi di Umbria Jazz ecco l'ultima di Pagnotta

carlo pagnotta
  Una parte delle dimissioni di Luciano Linzi, da ieri non più direttore generale di Umbria Jazz, è scritta con l’inchiostro simpatico, quello che...

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Una parte delle dimissioni di Luciano Linzi, da ieri non più direttore generale di Umbria Jazz, è scritta con l’inchiostro simpatico, quello che compare quando si dice la verità. E la parte invisibile fa così: adesso sarete contenti. In realtà, pur non riuscendo ad ammetterlo pubblicamente, quello davvero contento è il potentissimo, indiscusso, rissoso, direttore artistico e monumentale di Umbria Jazz, insomma Carlo Pagnotta. Dopo averlo scelto e avergli affidato il compito di affiancarlo nella direzione di Uj e, insieme a lui, avere condotto una esemplare edizione 2015, di colpo ha chiesto che Linzi se ne andasse. Ma non volendo passare per disturbato, Pagnotta ha chiesto la testa di Linzi alla presidente Catiuscia Marini, senza dare una motivazione precisa, ma lasciando all’immaginazione di chi lo conosce il libero arbitrio dell’interpretazione. Probabilmente, come si occupa di scegliere gli artisti, fissare le date, montare i palchi, decidere la ristorazione e pulire gli ottoni, così Pagnotta voleva ricoprire lui stesso l’incarico di Linzi. Che infatti non verrà sostituito.

Imbalsamata nella sua virtù decisionista, la Marini ovviamente non ha deciso. Allora Pagnotta, senza mai darlo a vedere e sentire, ha alzato ancora più la tensione sotto la sedia di Linzi lodandone pubblicamente la bravura. Abbastanza per il direttore generale (ora ex) di prendere carta e penna e mentire sulla volontarietà di volersene andare. Lasciando al tempo la fine del dispotismo pagnottista, ora per Linzi si spera nei buoni consigli della Fondazione Umbria Jazz, allorché il suo principe non possa più dare cattivo esempio. 
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Il Messaggero