Virus, mezza Umbria ha i numeri per passare da arancione a bianca

Virus, mezza Umbria ha i numeri per passare da arancione a bianca
PERUGIA Per la prima volta dopo oltre tre mesi, il totale dei casi settimanali torna sotto quota mille. Un risultato raggiunto complice il basso livello di screening dei giorni di...

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PERUGIA Per la prima volta dopo oltre tre mesi, il totale dei casi settimanali torna sotto quota mille. Un risultato raggiunto complice il basso livello di screening dei giorni di festa, con neanche tremila tamponi effettuati tra domenica e martedì mattina. Se si guarda l’incidenza dei casi positivi sui test molecolari, la media mobile rimane stabile da quattro giorni sotto il 6%, dato che anche in questo caso riporta a fine dicembre. L’epidemia resta tuttavia dormiente, con ricoveri ordinari e terapie intensive in risalita e altri 3 decessi nell’ultima giornata.


Il trend discendente dei contagi è confermato dal fatto che ben 34 comuni negli ultimi sette giorni non hanno certificato nuovi positivi al SarsCov2 e altri 14 meno di 50. Ne consegue che considerando i parametri di un mese fa, mezza regione (48 comuni) sarebbe da zona “bianca”. Dall’altro versante, sono solo nove le città dove si registra ancora un’incidenza cumulativa settimanale elevata. Il record spetta a Preci dove, visti i pochi residenti, con otto casi in sette giorni ha visto schizzare a 1.120 tale parametro. Subito dopo ci sono Cannara (651), Norcia (441), Montefranco (308) e Gubbio che con 294 casi settimanali ogni 100mila abitanti è il comune più grande con un’incidenza sopra la soglia di guardia. A Città di Castello, infatti, il parametro è sceso sotto quota 200.
Ieri sono stati registrati solo 70 nuovi contagi che, insieme ai 53 di due giorni fa, hanno trascinato verso il basso il dato aggregato settimanale che per la prima volta dal 28 dicembre segna meno di mille casi: 906 con una media mobile di 129,4. Le ultime infezioni sono state scoperte a fronte di 2.009 tamponi, 1.167 dei quali processati con test molecolare, con un’incidenza del 6%, di poco superiore alla media mobile che da quattro giorni oscilla intorno al 5,7%. Un altro segnale di una minor diffusione del virus ma bisognerà attendere i dati di questi giorni per capire l’effettivo trend che la curva prenderà, considerando l’effetto combinato vaccinazioni-misure restrittive-primavera. Anche se in questi giorni, l’abbassamento delle temperature potrebbe giocare a favore della circolazione del contagio.

A prescindere dallo screening, l’epidemia continua a dare segnali di vivacità, interpretati attraverso i dati sui decessi e le ospedalizzazioni. Ieri altri tre casi letali, a Collazzone, Gubbio e Perugia, con la media mobile tornata sopra tre, ma dimezzata rispetto al 26 marzo: segno che la curva dei decessi sta prendendo una confortante strada discendente. Continuano ad oscillare i dati ospedalieri: ieri 9 ricoveri ordinari e una terapia intensiva in più, coi totali che segnano 312 e 48 posti letto occupati. Quanto alle rianimazioni, la percentuale di occupazione è al 34% di poco sopra la soglia critica. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero