Valnestore, Procura scagiona Enel: «Non c'entra con le morti e i tumori»

Valnestore, Procura scagiona Enel: «Non c'entra con le morti e i tumori»
La richiesta di archiviazione per le accuse di omicidio colposo e lesioni nei confronti di nove indagati tra amministratori e responsabili dell’Enel più amministratori della...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La richiesta di archiviazione per le accuse di omicidio colposo e lesioni nei confronti di nove indagati tra amministratori e responsabili dell’Enel più amministratori della Valnestore Sviluppo Spa è stata avanzata dalla Procura della Repubblica di Perugia impegnata a fare luce sulle morti e sulle malattie che si sono ripetute negli anni nella zona intorno a Pietrafitta. Nell’atto ci sono i nomi di 233 persone offese tra parenti delle vittime (deceduti tra il ’92 e il 2017) e altri malati colpiti da tumore.

«Non può dirsi sussistente il nesso causale tra le condotte contestate agli indagati e gli eventi di morte e lesioni personali per malattie tumorali» scrivono i pm Paolo Abbritti e Gemma Miliani. L’avvocato Valter Biscotti ha già dichiarato guerra annunciando l’opposizione alla richiesta di archiviazione: «Le famiglie mi hanno chiesto di scoprire se le loro malattie e i loro morti sono causati dall’attività della centrale di Pietrafitta - aveva dichiarato nei mesi scorsi -. Ho il compito di andare fino in fondo e di scoprire la verità».
«Gli elementi acquisiti nel corso delle indagini preliminari depongono per l’infondatezza della notizia del reato o comunque appaiono inidonei a sostenere l’accusa nel corso del giudizio - si legge nell’atto della Procura -. Le doglianze e i fatti riportati dalle persone offese appaiono difficilmente idonee alla luce delle risultanze degli approfonditi accertamenti effettuati dall’Usl Umbria 1 a rendere configurabili condotte causali ad attribuire l’evento lesivo morte o lesioni personali agli indagati in precedenza individuati».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero