Un docufilm per celebrare il talento di Mario Ridolfi, l'architetto che ricostruì Terni

Un docufilm per celebrare il talento di Mario Ridolfi, l'architetto che ricostruì Terni
L'EVENTO Il cielo, la fontana di piazza Tacito, la camicia e la pelle di Riccardo Leonelli. Niccolò sta effettuando le ultime correzioni al colore: «Deve essere...

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L'EVENTO

Il cielo, la fontana di piazza Tacito, la camicia e la pelle di Riccardo Leonelli. Niccolò sta effettuando le ultime correzioni al colore: «Deve essere perfetto in tutte le clip. La pelle dell'attore ternano che qui non interpreta Mario Ridolfi ma ne descrive le opere, deve essere naturale, mai alterata». Niccolò è solo una delle professionalità impegnate a dare vita al primo docufilm sui tre grandi protagonisti della ricostruzione di Terni: Ridolfi, Frankl e Malagricci. Un lavoro composto di più parti, che ha messo in campo più maestranze. Dagli attori - Andrea Cosentino (Ridolfi), Simone Mazzilli (Frankl), Amedeo Capitanelli (Malagricci), Germano Rubbi (Libera), Elisa Gabrielli (Lina, la moglie di Ridolfi) - per le mini fiction; ai fonici, i tecnici, il direttore della fotografia Pietro Ciavattini, la regista Grazia Morace; a Riccardo Leonelli, chiamato a descrivere minuziosamente le opere, dalla Fontana dello Zodiaco fino all'Uovo, il palazzo degli uffici comunali che non è stato realizzato; ai testimoni di quella straordinaria produzione architettonica del Novecento (Paolo Portoghesi, Luciano Marchetti, Stefano Panunzi, Aldo Tarquini, Francesco Cellini).

«Ci siamo avvalsi di professionalità del posto spiegano Gianluca Perissinotto e Paolo Luchetti dopo aver raccolto la documentazione. Un lavoro che ha appassionato tutti quei giovani che non conoscevano la produzione di Ridolfi. La cura per i dettagli di quel "sarto dell'architettura" che disegnava, a mano, anche una cerniera, una piastrella, un infisso, una ringhiera». Perissinotto e Luchetti (Euromedia), che da trent'anni si occupano di editoria multimediale con una squadra di venti professionisti, alle battute finali del docufilm: «La prima proiezione il 10 febbraio al Cityplex, in occasione di Umbria Libri». Un lavoro che reintroduce anche il tema della realizzazione dell'ultima opera pubblica commissionata dal Comune di Terni a Ridolfi: L'Uovo. Un progetto esecutivo «che merita di prendere vita». «L'architettura è vita» - diceva Ridolfi. «Infatti Ridolfi imprimeva nell'architettura il senso della vita» - diceva di lui Paolo Portoghesi. «E infatti Ridolfi imposta la soluzione del nuovo edificio di forma ellittica accanto a palazzo Spada, incastonandolo tra gli edifici storici retrostanti e avanzando sul fronte della strada, con una complessa articolazione volumetrica sfalsata nei diversi piani per garantire una percezione di movimento, come a dare vita alla sua architettura» - conferma Aldo Tarquini nel libro "La forma della città industriale". Non realizzare l'Uovo ha significato lasciare un vuoto urbano - attualmente utilizzato come parcheggio per gli amministratori pubblici - che potrebbe sempre essere riempito tenendo conto delle mutate esigenze del Comune. In uno dei piani, Ridolfi inserisce un auditorium da 500 posti, e questo molto prima della chiusura del Verdi. «Suscitare interesse da parte dell'amministrazione comunale per un progetto che è stato al centro di un dibattito internazionale di architettura contemporanea, non ci dispiacerebbe» il commento di Luciano Marchetti. Marchetti è il presidente dell'associazione "Studio Ridolfi, Frankl, Malagricci" che ha voluto il docufilm (finanziato dalla Fondazione Carit). E Marchetti è l'architetto che ha assistito una delegazione di professori arrivati da Stoccolma a Terni due settimane fa per approfondire la conoscenza della "città di Ridolfi". «Non vengono solo studenti ma molti docenti di architettura» - sottolinea. Non è un caso che Terni abbia quei tre toponimi: piazza Ridolfi, Largo Frankl, ponte Malagricci.

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Il Messaggero