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PERUGIA L’estate 2021, la stagione della ripartenza dell’Umbria, almeno dal punto di vista turistico. L’inversione di tendenza, anche rispetto al 2019, a luglio; la svolta ad agosto, mese che ha collezionato i dati migliori da otto anni a questa parte, con quasi 390mila arrivi e 1,3 milioni di presenze. Un trend evidenziato nell’approfondimento Aur, “Turismo, il rimbalzo dell’Umbria”, realizzato da Giuseppe Coco. «Abbiamo messo sotto la lente di ingrandimento le dinamiche dei flussi turistici estivi», spiega il ricercatore per il quale tale bilancio, pur provvisorio nei numeri (per quanto riguarda agosto) si porta dietro importanti implicazioni “sociologiche”.
Una lettura dei dati che ha reso possibile un confronto “sterile” con gli anni precedenti, visto che negli ultimi due anni caratterizzati dalla pandemia, la circolazione del virus è stata minima o ridotta nei mesi più caldi. «Volendo partire dal finale, il periodo giugno-agosto 2021 è andato meglio delle più rosee aspettative», osserva Giuseppe Coco.
«Una crescita decisamente consistente e non figlia del caso», osserva il ricercatore Aur per il quale ha giocato un ruolo importante anche l’ultimo spot promozionale voluto dalla Regione. «Una campagna che non è passata inosservata e che, come direbbe un sociologo di razza, col suo essere disturbante e divisiva ha centrato l’obiettivo entrando nell’immaginario dei turisti (e non solo)». Il riferimento è al claim “Io amo il mare dell’Umbria” che per Coco mette il comparto davanti a due evidenze: «Questo dimostra che oggi è fondamentale sapersi raccontare e che il settore turistico umbro, come dimostrano i numeri di agosto 2021, ha un enorme potenziale di crescita. Il territorio umbro è molto attrattivo dal punto di vista culturale, artistico, storico e ambientale ma non frequentato dai turisti tanto quanto meriterebbe a causa di una serie di fattori che lo penalizzano». A partire dagli storici gap infrastrutturali che pongono l’Umbria in svantaggio rispetto ai principali competitor. «Qualcosa si sta muovendo e in mezzo a tante difficoltà i segnali positivi non mancano», aggiunge Coco. «Nell’ambito del Pnrr, ad esempio, ci sono vari investimenti destinati al comparto “Turismo e cultura”: il traguardo da raggiungere è innalzare la capacità competitiva del settore».
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