PERUGIA - Pesano le defezioni di Ben Harper e Tom Jones, ma trattandosi di Umbria Jazz, per essere un’edizione organizzata in piena pandemia e in calendario con...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PERUGIA - Pesano le defezioni di Ben Harper e Tom Jones, ma trattandosi di Umbria Jazz, per essere un’edizione organizzata in piena pandemia e in calendario con un’emergenza sanitaria ancora in atto, c’è abbastanza per essere ottimisti. La pensa almeno così, il direttore artistico Carlo Pagnotta che parla di «festival monco, senza i concerti gratis che l’hanno reso famoso nel mondo», ma pronto a stupire ancora.
Uj 2021 sarà in versione ridotta ma comunque con 52 appuntamenti concentrati in dieci giorni in tre delle location tradizionali della manifestazione, l’arena Santa Giuliana, il teatro Morlacchi e la sala Raffello del Brufani. “Non sarà il festival di sempre – scrive Paolo Occhiuto - perché l’Umbria Jazz di sempre è, in fondo, l’apoteosi dell’assembramento”. Per rivedere il pubblico pigiato sotto il palco dell’Arena bisognerà aspettare il prossimo anno, ma intanto proprio ieri gli organizzatori hanno incassato il disco verde del Centro operativo regionale (Cor) che ha dato parere favorevole alla richiesta di deroga avanzata anche da Uj per portare da mille (numero previsto nell’ordinanza del Ministero del 29 maggio) a 1.700 il numero degli spettatori ammessi ad eventi all’aperto (1.150 a Spoleto). «Le organizzazioni dovranno garantire il massimo rispetto delle norme stabilite dalle “Linee guida per la ripresa delle attività economiche e sociali”». Restano le misure di prevenzione e l’ingresso ai concerti sarà consentito con green pass o referto di tampone negativo.
«Gli organizzatori del festival di Bologna hanno sempre descritto Umbria Jazz come una macchina da guerra – ricorda Pagnotta – e il nostro esercito è lo staff che lavora tutto l’anno, da Stefano Lazzari (cresciuto con Uj e arrivato a dirigere un festival del genere) ad Annika Larsson che gestisce i contatti con le agenzie internazionali».
Il Messaggero