Umbertide, cattivi odori dall'allevamento di mucche e maiali: il sindaco li sfratta

Proteste dei residenti che vivono vicino all'allevamento

Foto d'archivio
Vitelli, maiali e galline ammorbano l’aria, il Comune le sfratta. Vorticoso il giro innescato dagli abitanti di un quartiere della prima periferia cittadina sull’orlo...

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Vitelli, maiali e galline ammorbano l’aria, il Comune le sfratta. Vorticoso il giro innescato dagli abitanti di un quartiere della prima periferia cittadina sull’orlo della crisi di nervi per i cattivi odori e le mosche provocati da quelle stalle che negli anni sono diventate troppo vicine alle case. Il sopralluogo di tecnici comunali, Usl Umbria 1 e Polizia Locale conferma «la presenza di un allevamento di animali, costituito principalmente da bovini e suini e secondariamente da avicoli». Per gli immobili emerge «l’assenza di titoli abitativi edilizi e/o la difformità da quelli rilasciati»: il responsabile del Suape comunale, lo Sportello unico per le attività produttive e l’edilizia, ne ordina la demolizione. L’impresa agricola sotto lente fornisce le sue deduzioni tramite un agronomo. La relazione della Usl evidenzia «la criticità dell’allevamento di suini, bovini e avicoli in relazione alla loro ubicazione e vicinanza ad una zona residenziale». E’ l’ultimo “step” verso l’ordinanza del sindaco Luca Carizia. «Sgomberare per motivi igienico-sanitari l’allevamento di suini, bovini, avicoli (…) entro il termine di 12 mesi dalla notifica». «Presentare al Comune di Umbertide e alla Usl Umbria 1, entro il termine di 45 giorni dal ricevimento della presente, un piano di dismissione dell’allevamento o in alternativa di allontanamento/trasferimento del medesimo presso altra struttura idonea all’uso, nella disponibilità dell’impresa». Non solo. «Adottare nel periodo concesso per le attività di sgombero, tutte le procedure atte a limitare il disagio dei residenti limitrofi dal punto di vista delle emissioni odorigene e della proliferazione di insetti». Anche «attraverso l’immediata “autolimitazione dei capi presenti”» per quanto riguarda i suini.

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Il Messaggero