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Nei giorni scorsi come Tribunale per i diritti del malato di Terni abbiamo avuto due incontri, rispettivamente con iil commissario del Santa Maria Pasquale Chiarelli e con il commissario dell' Asl 2 Massimo De Fino. Dall’incontro con i vertici dell’Azienda ospedaliera sono emersi alcuni interventi che sono stati posti in essere progressivamente alla crescita dei numeri della seconda fiammata del covid: ne è conseguita la proliferazione di aree e porzioni di reparti riconvertiti e dedicati alla pandemia, a cominciare dall’occupazione totale della Terapia Intensiva, in pratica chiusa, come pure l’ Osservazione Breve e, così via, in molte altre parti dell’ospedale. Si sottolinea che così facendo è stata fortemente ridotta la già insufficiente potenzialità ricettiva dell’ospedale ternano, più volte denunciata che, un anno fa, era di 515 posti letto, oltre a quelli che quotidianamente si osservavano lungo i corridoi.
Distinzione tra percorsi puliti e sporchi. Inoltre, la efficace distinzione tra percorsi “puliti” e “sporchi”, necessaria per evitare contagi, è molto difficile da mantenere senza eccezione alcuna, con rischi connessi immaginabili con effetto domino tra personale ospedaliero, ricoverati ed ambiente esterno.
Problema sicurezza. Voglio richiamare l’attenzione del Tribunale sul problema della sicurezza degli ospedali in generale e più in particolare del Santa Maria, troppo spesso abbandonati a sé stessi per il ricorrente, ripetuto taglio alle spese sanitarie, registratesi negli ultimi anni, nonostante le proteste delle organizzazioni ed associazione dei malati. Tutti i reparti sono in sofferenza, con la riduzione del numero dei ricoverati e degli operati: infatti è noto che, a causa del covid, negli ospedali si effettuano interventi chirurgici solo urgenti e non rinviabili, ma ci sono anche altri malati gravi non covid bisognosi di cure e controlli. Ciò che si teme è che tutti gli altri malati non covid siano messi in secondo piano, perché non tutti gli ammalati possono attendere o vedersi rinviare visite, accertamenti.
Liste d'attesa. Per quanto riguarda le liste di attesa, è stato riferito essere in atto una operazione di ripresa delle prenotazioni di accertamenti, analisi, visite e quant’altro, con lo scopo di recuperare il tempo trascorso, ma, a conti fatti, le energie disponibili in campo, stante la situazione attuale, non potranno ridurre i tempi di attesa, che già prima del covid erano assolutamente lunghe, nell’ambito della normalità. Se gli organi competenti avessero operato nel tempo tra la prima e la seconda ondata del covid, ad assumere personale medico, infermieristico ed ausiliario e cercato soluzioni razionali ed efficaci per concentrare in aree dedicate esclusivamente per i malati di covid, nell’ambito di varie soluzioni sarebbe stato ben inferiore il numero dei contagi e dei deceduti, con razionalizzazione dei servizi ma, in particolare, con la ininterrotta fruizione dei servizi ordinari che ne avrebbero risentito.
Coordinatore Tribunale per i diritti del malato sezione di Terni
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