Treofan, il tempo passa e tutto tace. L'allarme della Uiltec Umbria

Treofan, il tempo passa e tutto tace. L'allarme della Uiltec Umbria
«Sul futuro di Treofan il tempo passa e tutto tace» tuona Doriana Gramaccioni, segretario generale della Uiltec Umbria. Cresce l'attesa per il closing della...

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«Sul futuro di Treofan il tempo passa e tutto tace» tuona Doriana Gramaccioni, segretario generale della Uiltec Umbria. Cresce l'attesa per il closing della cessione ad Hgm dopo l'accordo con Jindal che dovrebbe mettere un punto e aprire un nuovo capitolo nella delicata vertenza. In attesa di conoscere il piano industriale, l'accordo sulla cessione degli asset di Treofan al gruppo Hgm preveder l'avvio delle attività industriali nel 2023 e l'occupazione a regime di circa 100 addetti.

Ma all'ultimo momento sul tavolo della trattativa era arrivata anche una seconda proposta che il Mise aveva promesso di vagliare in tempi brevi. «Si è parlato di una settimana per avere delle risposte ma sono trascorsi oltre 20 giorni e questo è un silenzio che spaventa tutti con lo spauracchio della fine della cassa integrazione che è dietro l'angolo - dice la Gramaccioni che manifesta tutta l'indignazione del sindacato e raccoglie la rabbia dei lavoratori che temono per il loro futuro a causa della situazione che si sta creando - il Ministero tace, così come pure le istituzioni sia locali che regionali: ma sulla graticola ci sono oltre 100 lavoratori e le rispettive famiglie. Si deve fare subito qualcosa».

«Febbraio 2023 è alle porte - prosegue il segretario generale di Uiltec Umbria - e come ha ben chiarito l'assessore regionale Fioroni, dopo quella data per gli oltre cento lavoratori ci sarà solo la disoccupazione. Ricordiamo che la cassa integrazione concessa è stata pagata con i soldi procurati dalla Regione tramite i fondi per la gestione delle crisi complesse. Che vogliamo fare? Stare in silenzio? – termina Doriana Gramaccioni - Basta con il solito rimpallo di responsabilità. Basta con questa inerzia che va solo a discapito dei lavoratori. Facciamo qualcosa. Tutti insieme. Cerchiamo di accelerare il processo. È vero che il Ministero aveva promesso in tempi brevi di verificare la validità del secondo progetto presentato. Ma se ancora non abbiamo visto o sentito nulla, allora dovranno essere le Istituzioni locali e regionali a far sentire la propria voce».

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Il Messaggero