Traffico illecito di rifiuti a Perugia: pm chiede tre anni di condanna

Il sostituto procuratore Manuela Comodi
PERUGIA - La condanna a tre anni e sei mesi di reclusione viene chiesta dalla Procura della Repubblica di Perugia nei confronti dell’ex legale rappresentante delle...

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PERUGIA - La condanna a tre anni e sei mesi di reclusione viene chiesta dalla Procura della Repubblica di Perugia nei confronti dell’ex legale rappresentante delle Distillerie San Lorenzo, Irma Di Sarno, accusata di traffico illecito di rifiuti. I fatti risalgono al periodo che va dal 2006 al 2010 quando l’imputata, accusata in concorso con un’altra persone deceduta nelle more del processo, «al fine di conseguire un ingiusto profitto derivante dagli oneri non sostenuti per un corretto smaltimento, con una pluralità di operazioni e attraverso l’allestimento di mezzi e attività continuative e organizzate, ha ceduto, trasportato e comunque gestito abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti speciali non pericolosi costituiti da fanghi derivanti dal processo di depurazione». Dalle stime del magistrato Manuela Comodi, che ha coordinato le indagini dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico, «circa 1.200 tonnellate all’anni per un totale di 6.000».

A questi rifiuti - secondo il magistrato - «è stata abusivamente attribuita la natura di 'borlande' derivante dai processi di distillazione, smaltiti illecitamente mediante la realizzazione di una discarica abusiva sui terreni agricoli messi a disposizione per lo spandimento, qualificandoli falsamente quali 'fertilizzanti', nonché per aver illecitamente smaltito nello stesso periodo e con le stesse modalità circa 4.500 tonnellate (900 all’anno) di rifiuti speciali non pericolosi costituiti da fanghi prodotti dall’impianto di depurazione aziendale». Ieri il Ministero dell’Ambiente ha chiesto un risarcimento di 50.000 euro a titolo di provvisionale, 300.000 ne sono stati chiesti dall’avvocato Valeria Passeri che rappresenta il Comitato Molini Fortebraccio. Si torna in aula il 14 gennaio con l’arringa dell’avvocato Francesco Falcinelli e la sentenza del giudice monocratico Giuseppe Narducci. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero