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Andrea Sbarretti il regista ternano si è fatto ancora valere. Il documentario “Su queste montagne” ultimo suo lavoro, si porta via il primo premio, nel concorso di cinema d’autore che si è svolto a Costa Vescovato in provincia di Alessandria. Il concorso nato per diffondere una cultura sui temi ambientali e sulla salvaguardia del territorio. Il regista di Collestatte è riuscito ad inserire nel suo film- documentario, tutte e due le cose riuscendo ad arrivate primo e ricevere l’ambita statuina. Non è una novità che quasi tutte le opere di Sbarretti hanno come sfondo l’ambiente, la sua diversità, dove l’uomo è protagonista nel duro lavoro dei campi, la cui fatica, in parte, viene in qualche modo meno e dove l’immensità dell’universo porta a profonde riflessioni. La giuria ha motivato il docufilm con la seguente motivazione: «Il regista propone con grande schiettezza e semplicità uno spaccato della vita rurale nel verdeggiante e poco conosciuto territorio umbro, portandoci a conoscere luoghi vissuti e scelti con grande amore, insomma storie e testimonianze di bella resistenza e attaccamento alla propria terra nativa o scelta che sia». A raccontare la storia lo stesso regista: «Il documentario racconta di due uomini che vivono sulle montagne attorno al Salto del Cieco ( località famosa per essere stata la dogana tra lo Stato pontificio ed il Regno delle due Sicilie). Uno dei protagonisti è Pietro Lentini (nella foto con gli altri protagonisti), conosciuto come l’eremita che ha vissuto per 30 anni sul Monte Aspra (Ferentillo) senza acqua né corrente elettrica, l’altro protagonista è Dante Pellini, nato a Castellonalto come suo cugino Alfredo». I personaggi scelti da Sbarretti sono molto diversi tra di loro ma stretti da una forte amicizia compattata dalle fatiche che la vita rurale non risparmia. Mentre Pietro è un istrionico mattatore sempre pronto al sermone religioso, Dante è più schivo, lavoratore infaticabile della terra, ha adottato molti cani randagi. Con i migliori ci va a tartufi nelle sterminate montagne che collegano Castellonalto alla zona del Reatino». Alfredo, invece, è dedito alle mucche ad alta quota. «Insieme a suo figlio Fabiano- continua il regista- percorrono strade ripide e sassose in mezzo alla macchie di Ferentillo.
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Il Messaggero