Terni, resta un giallo la scomparsa di Barbara Corvi: il gip archivia le indagini sul marito Roberto Lo Giudice

«Forti sospetti su di lui ma non elementi idonei a sostenere l'accusa di omicidio»

Terni, resta un giallo la scomparsa di Barbara Corvi: il gip archivia le indagini sul marito Roberto Lo Giudice
TERNI - Il procedimento penale sull’omicidio di Barbara Corvi si chiude con due archiviazioni e con la parola fine alle indagini sul marito, Roberto Lo Giudice. ...

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TERNI - Il procedimento penale sull’omicidio di Barbara Corvi si chiude con due archiviazioni e con la parola fine alle indagini sul marito, Roberto Lo Giudice.

A 14 anni dalla scomparsa della mamma amerina ancora nessuna verità sul suo destino.

Esce di scena, col provvedimento di doppia archiviazione firmato dal gip, Barbara Di Giovannantonio, Roberto Lo Giudice, unico indagato con le pesantissime accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere.

Per il gip «all’esito delle indagini, permangono forti sospetti nei confronti di Roberto Lo giudice che però non assurgono a sufficienti e concordi elementi indiziari in relazione alla condotta omicidiaria contestata. Deve ritenersi - si legge nel provvedimento - che non sussistono elementi idonei a sostenere l’accusa in giudizio».

Archiviato anche il secondo procedimento penale nei confronti di Lo Giudice. Quello aperto undici mesi fa dopo la testimonianza di un collaboratore di giustizia pugliese. «Barbara il giorno della scomparsa fu rapita - ha detto l’uomo nei mesi in cui era ristretto a Sabbione. Il 27 ottobre del 2009 fu prelevata da Montecampano e portata in Calabria, dove è stata uccisa e poi sepolta in una zona di montagna difficile da raggiungere».

I legali della famiglia Corvi, Giulio Vasaturo e Enza Rando in udienza avevano chiesto di approfondire la testimonianza choc del quarto pentito dopo che i primi tre erano stati ritenuti inattendibili.

Il giudice però, sposando la richiesta di archiviazione del procuratore, Alberto Liguori, che non avrebbe trovato riscontri al racconto del quarto pentito che ha tentato di barattare la scarcerazione con il sopralluogo sull’Aspromonte, non ritiene ci siano altri spiragli per proseguire l’indagine su lo Giudice.

Sulla decisione del giudice hanno pesato le ordinanze del Riesame, che scarcerò Roberto Lo Giudice per l’assenza di indizi sull’omicidio di Barbara, e della Cassazione, secondo cui non ci sono neppure le prove che la donna sia morta.

La decisione del tribunale è stata un duro colpo per la famiglia di Barbara, da anni alla disperata ricerca della verità insieme ai legali di Libera, che non intendono commentare.

«Lo Giudice oggi si libera di un incubo - dicono gli avvocati Giorgio Colangeli e Cristiano Conte - aveva molta fiducia ma anche molta paura. Durante le indagini, dal 2009 in poi, non è emersa alcuna responsabilità nei suoi confronti - aggiungono. La scomparsa di Barbara Corvi resta un mistero e questo ci dispiace ma l’ipotesi che l’abbia uccisa lui è stata smentita e a questo punto non sappiamo cosa potrà mai uscire fuori».

La famiglia di Barbara Corvi si aggrappa alla frase con cui il giudice chiude le ordinanze d’archiviazione: «Il pm - scrive Di Giovannantonio - potrà chiedere la riapertura delle indagini se ravvisi l’esigenza di nuove investigazioni».

Da Libera Umbria solo un commento stringato: «La nostra convinzione e il nostro impegno non si archivieranno mai».

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Il Messaggero