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Sulla strada statale 79 in direzione Terni e per accedere a Piediluco, chiusa dopo la caduta di un masso dalla montagna del peso di 8 tonnellate, altre pietre potrebbero essere pericolanti e precipitare a valle, da qui l’intervento della Provincia che dopo il sopralluogo del geologo, dei tecnici e dell’ingegnere dell’ente Marco Serini hanno stilato un programma di intervento per mettere in sicurezza la cima della montagna di Mazzelvetta dopo la precipitazione del masso per oltre 150 metri rimbalzato sulla strada sottostante e precipitato nel campo sottostante fortunatamente a qualche decina di metri da un’abitazione che si trova dirimpetto al canale Drizzagno. Adesso il problema sono i tempi di esecuzione dei lavori sulla montagna e conseguentemente quanto tempo rimarrà chiusa la strada. Fino a Pasqua? Prima o oltre? Domande che si pongono gli operatori turistici preoccupati di un allungamento dei lavori, dall’altra parte l’amministrazione provinciale che ha già individuato la ditta esecutrice e che intende stringere i tempi. Del problema ne abbiamo parlato con l’ingegnere della provincia di Terni, Sergio Serini, impegnato affinché l’intervento di messa in sicurezza dei massi possa avvenire nel minore tempo possibile in modo di poter riaprire la statale. «Stiamo intervenendo – chiarisce Serini- su altri massi che potrebbe staccarsi. Ce ne sono almeno due: uno più piccolo e l’altro di dimensioni maggiori». E continua: «Non è per niente facile poter intervenire in alto. Abbiamo aperto una pista per l’accesso. Con l’ausilio di un elicottero porteremo fin lassù il materiale, contiamo di cominciare i lavori a tempo di record già dalla prossima settimana». Il masso di pietra di otto tonnellate faceva parte di costone proprio in cima al monte. La roccia si è frantumata come un grissino». C Per quale probabile motivo? «Pensiamo agli agenti atmosferici- riprende- infiltrazioni di acqua che con l’espandersi delle radici degli alberi hanno di fatto contribuito al distacco». Nel suo percorso a valle il voluminoso masso ha sradicato tutto quello trovato lungo il percorso ed è caduto sulla strada dove in quel momento non transitava, fortunatamente, nessuno. «Proprio per evitare pericoli per gli automobilisti- riprende Serini- abbiamo posto in atto il divieto di accesso. Malgrado questo, però, ci sono persone che transitano ugualmente infischiandosene del blocco.
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Il Messaggero