Terni, parcheggi Atc al Comune i sindacati: «Si rischiano 15 esuberi»

Terni, parcheggi Atc al Comune i sindacati: «Si rischiano 15 esuberi»
TERNI - Gestione dei parcheggi di superficie di nuovo al Comune da gennaio. E che fine fanno gli addetti che oggi, per conto di Atc servizi, ci lavorano? I sindacati dei trasporti...

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TERNI - Gestione dei parcheggi di superficie di nuovo al Comune da gennaio. E che fine fanno gli addetti che oggi, per conto di Atc servizi, ci lavorano? I sindacati dei trasporti voglio chiarimenti su questo. Chiedono un incontro all’amministrazione comunale ed ai vertici di UmbriaMobilità. Le sigle di categoria di Cgil-Cisl-Uil, della Fai Cisal e della Ugl firmano la lettera per far capire anche che non accetteranno soluzioni traumatiche per l’occupazione. Sul mancato rinnovo della convenzione conAtc parcheggi per la gestione dei posti blu di superficie, parlano di «determinazione del tutto incomprensibile».




Il provvedimento, infatti, apre un rischio esuberi per una quindicina di addetti. «Personale ad oggi dedito a quell’attività, ma in buona parte inabile alla guida degli autobus e, quindi, difficilmente ricollocabile all’interno dell’azienda». Si fa riferimento anche ad impegni assunti dagli enti proprietari di Umbria tpl e Mobilità (tra i quale pure lo stesso Comune di Terni) all’atto di cessione del 70% delle quote a Busitalia e all’atto del passaggio dei dipendenti alla nuova Umbria mobilità propedeutico alla vendita a Busitalia del restante 30%: «Impegni tesi a garantire stabilità occupazionale, anche mantenendo gli attuali livelli di servizio».



Un altro aspetto è legato alla reinternalizzazione del servizio parcheggi di superficie: è definitiva, o solo temporanea? Aggiungono, poi, che «è lecito domandarsi come mai si è arrivati a pochi giorni dalla scadenza dell’ultima proroga senza aver bandito in tempi congrui una nuova gara». «Il dubbio più che legittimo che ci sorge - dicono i sindacati - è che l’amministrazione comunale non consideri più suo il problema occupazionale, visto che ormai l’azienda è completamente privata».
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Il Messaggero