Terni, FI stoppa la delibera che blocca la vendita «La priorità è l'ok al bilancio»

Il presidente Ferranti
Stop alla delibera che blocca la vendita delle farmacie comunali di Terni. La decisione è stata presa questa mattina. A chiedere approfondimenti sono stati gli assessori di...

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Stop alla delibera che blocca la vendita delle farmacie comunali di Terni. La decisione è stata presa questa mattina. A chiedere approfondimenti sono stati gli assessori di Forza Italia dopo aver sollecitato chiarimenti rispetto al parere contrario espresso dalla dirigente. La discussione sul testo è stata infatti aggiornata a lunedì prossimo, quando sarà presente anche l'assessore al bilancio Fabrizio Dominici, oggi assente per motivi istituzionali. La delibera illustrata dal sindaco Leonardo Latini non ha convinto in particolare gli esponenti di FI. A quanto pare il documento sarà rielaborato. La necessità di stoppare la vendita delle farmacie comunali era stata sollevata dal M5s. Legge Madia alla mano, il M5s aveva segnalato il rischio di messa in lilquidazione per Farmacia Terni se entro il 28 settembre il Comune non avesse predisposto un atto per dichiarare le farmacie un servizio di interesse generale. Atto che l'assessore Dominici aveva annunciato in occasione di un'audizione in Terza Commissione, durante la quale il M5s aveva approfondito la vicenda portato all'attenzione dei commissari una loro proposta di delibera salva-farmacie. 


La priorità è il bilancio «Ciò che veramente fa rischiare la messa in liquidazione delle farmacie comunali è la mancata approvazione del bilancio. Diverse sedute dell’assemblea dei soci sono andate deserte e il protrarsi della non approvazione del bilancio 2017 potrebbe davvero condurre la vicenda in tribunal», commenta il presidente del Consiglio comunale, Francesco Maria Ferranti. «La legge Madia - prosegue il presidente Ferranti che ha ottenuto dal Coordinamento regionale di Fi l'incarico di relazione i vertici del partito sulle partecipate a Terni -  è facilmente superabile con un atto delle Giunta. Sia su questo argomento che su quello che riguarda la variante diffusa al Prg vanno date risposte chiare ai cittadini. Per questo il Consiglio è convocato dal 27 al 29 settembre».  

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Il Messaggero