Italia Nostra: "Per Terni un brand e itinerari che svelino la cultura nascosta"

Italia Nostra: "Per Terni un brand e itinerari che svelino la cultura nascosta"
TERNI E' ’ solo un luogo comune dire che Terni è la città...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
TERNI E' ’ solo un luogo comune dire che Terni è la città meno attrattiva dell’Umbria. Basta cambiare il modo di vedere le cose e capire che il patrimonio di Terni ha la sua forza in un patrimonio variegato e ricco, che va dai piccoli musei, (che, comunque contengono importanti tesori, basti pensare alla statua del Germanico ad Amelia) al paesaggio, alla cultura enogastronomica, fatta di ricette antiche e sapori unici, alla sua peculiarità di città industriale, la cui laboriosità e ingegnosità ha prodotto anche una ricaduta culturale. E’ il punto di vista di Giuseppe Cassio, vicepresidente di Italia Nostra, che ha presentato nelle scorse settimane una proposto di manifesto culturale per la città, aperta a tutte le forze istituzionale, politiche, dell’associazionismo e ai sinngoli cittadini, che vogliamo collaborare. Ora Cassio, dopo aver disegnato il perimetro dei progetto, entra nello specifico, spiegando, appunto che «la forza di Terni sta proprio nel suo territorio sul quale insiste un patrimonio variegato, che attende di essere dettagliatamente conosciuto, indagato e ordinato in vista di una nuova politica culturale». La chiave di volta, secondo il vicepresidente di Italia Nostra, è quella di creare un vincolo tra turismo e cultura «e successivamente, lavorare sul brand e cercare di attrarre quel turismo in espansione, che preferisce destinazioni alternative rispetto alle mete evolute della regione, offrendo un prodotto turistico che funga da esperienza multidimensionale e pluritematica». Secondo Cassio «gli istituti culturali, come il museo, allora svolgono un ruolo-chiave, ossia quello di rafforzare il valore di identità tra i cittadini perché tutti usino il museo non solo per il puro piacere estetico ma per soddisfare il bisogno di cultura che deve essere percepito, pena il fallimento della mission». Il museo, però, non è solo qualcosa di statico, ma una «“finestra” aperta sul territorio, uno start point per prendere confidenza con la “terra”, toccare gli “oggetti”, acquisire memorie e tradizioni, assaporare i prodotti locali, vivere le feste, i riti e la fede. Solo così il museo sarà un prezioso strumento di conoscenza e luogo d'eccellenza della politica culturale del territorio». Il museo, cioè, è il punto di partenza di un itinerario con cui si percorre «lagrande storia spalmata sul Ternano. La progettazione e la realizzazione degli itinerari che andando da museo a museo o dal museo alla città e ai luoghi circostanti, consentano una capillare frequentazione della “conca” e stringano un vincolo indissolubile con il tessuto locale». Una prima sperimentazione potrebbe riguardare «gli itinerari comunali che prevedono passeggiate sensoriali fatte di esperienze utili a capire il “cuore” di un lembo di terra umbra». Gli itinerari possono mettere insieme «alcuni musei di particolare pregio come quelli di Narni, San Gemini e Amelia, con l’offerta culturale cittadina e nel mezzo includere punti di osservazione del paesaggio, soste di curiosità enogastronomica, artigianale e perfino industriale! Gli itinerari potrebbero svilupparsi in modo da rispettare la viabilità storica o i vecchi tracciati intorno ai quali il paesaggio ha assunto le sue fisionomie». In un progetto simile «è necessario l’apporto di tutti, ma soprattutto quello delle imprese insieme alle istituzioni. Occorre imparare a sfidarsi e aver fiducia nelle proprie capacità. Per guardare lontano».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero