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TERNI - «E’ vero, tutti vogliono la Bct». Il fenomeno è esploso man mano che le persone sono tornate ad uscire di casa e a riempire i luoghi della cultura. Primo fra tutti la biblioteca comunale di Terni, che ancora molti chiamano “bibliomediateca” perché quando fu inaugurata si pose come una sorta di “stazione privilegiata” (era parte del polo multimediale insieme al vidiocentro) da cui patire per accedere alle informazioni di tutto il mondo, potendo mettere a disposizione degli utenti tecnologie innovative. L’assessore Cecconelli, ammette che le richieste di utilizzo delle sale sono raddoppiate negli ultimi mesi e che «in effetti, sono tutte legate alla promozione della cultura». «D’altronde questa è, e dovrà rimanere, la vocazione della Bct: di produzione e promozione di cultura» - argomenta. «Se c’è tutta questa sete di cultura e c’è un luogo deputato a proporla, perché lasciarlo chiuso il sabato e la domenica?». Questa, in sostanza, la critica mossa dal consigliere di Senso Civico Alessandro Gentiletti: «L’enorme richiesta di eventi culturali dimostra che hanno ragione i sindacati studenteschi e chi chiede un ampliamento al fine settimana dell’orario di apertura».
Non ci vuole proprio entrare, Cecconelli, con delega alla cultura e non al personale, sulla questione apertura serale e festiva, «per fare della Bct il cuore pulsante di Terni» - come dice l’opposizione. «Lo è già» - ribatte. E torna su quella che è la funzione culturale e sociale del vecchio palazzo comunale di piazza della Repubblica: «Una biblioteca è principalmente un luogo di studio. Tenere una biblioteca aperta anche di sera e nei fine settimana è sinonimo di produzione culturale intensa. Ma bisogna fare comunque i conti con i numeri reali dei fruitori della Bct nelle giornate in cui si chiede di allungare l’orario di lavoro ai dipendenti comunali. Perché per tenerla aperta ci vogliono almeno cinque persone in servizio».
Non si può dire che un convegno, un concerto, una mostra, non siano eventi culturali. «Per carità, quella è tutta cultura, ma ci sono anche richieste di utilizzo per iniziative enogastronomiche.
Il Messaggero