Terni, vertenza Aidas, soldi in busta e nuova offerta: Villa Canali

Terni, vertenza Aidas, soldi in busta e nuova offerta: Villa Canali
TERNI - Cinquecento euro in busta e una nuova manifestazione di interesse. La vertenza Aidas si arricchisce di nuovi particolari. A cominciare da quello che più interessa i...

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TERNI - Cinquecento euro in busta e una nuova manifestazione di interesse. La vertenza Aidas si arricchisce di nuovi particolari. A cominciare da quello che più interessa i circa ottanta lavoratori della cooperativa sociale messa in liquidazione coatta, ossia i cinquecento euro che riusciranno a mettersi in tasca questo mese.




Come si dice: meglio di niente, anche se le mensilità arretrate da riscuotere restano parecchie, ma tutto sommato l’umore appare sereno. Lo testimonia il fatto che dopo l’assemblea del 10 aprile, i lavoratori hanno già stabilito la data (15 maggio) della prossimo incontro con il commissario liquidatore, Marcella Galvani, per fare il punto della situazione. Il che vuol dire che gli operatori hanno rinnovato la loro disponibilità a lavorare nelle strutture, nonostante i soldi arrivino con il contagocce, ma arrivano.



Si muove anche l’altro fronte, quello del dopo Aidas, di fatto fallita dopo la messa in liquidazione coatta disposta dal Ministero dell’Economia e dello Sviluppo. Da registrare l’arrivo di una nuova manifestazione di interesse da parte di Villa Canali, la residenza protetta per anziani riconducibile indirettamente alla cooperativa sociale Actl di Terni, che ha già presentato una manifestazione per conto proprio e un’altra con la Esperia.2.



Salgono così a sei le manifestazione di interesse finite sulla scrivania del commissario liquidatore. In realtà con l’arrivo di Villa Canali sarebbero dovute essere sette, ma la Ar.Si.Coop Consorzio sociale Toscana sud e la cooperativa sociale Elleuno di Casale Monferrato (Piemonte) hanno deciso di unire le forze e presentare un’unica manifestazione di interesse.



A queste vanno aggiunte le disponibilità manifestate dal gruppo Santo Stefano (riconducibile all'imprenditore Carlo De Benedetti) che si è detto disponibile a collaborare con le cooperative locali, e la Fenice, guidata da Serenella Arca, una delle tre lavoratrici dell’Aidas che ha fatto lo sciopero della fame per 26 giorni.
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Il Messaggero