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Fuori casa la Ternana, non vince dal 15 ottobre. Un tabù da prendere come il toro per le corna, ora che le trasferte da affrontare sono due di fila. La squadra ne è consapevole e si gioca questa chance. Come conferma Fredrik Sørensen, da due stagioni baluardo difensivo di questa Ternana che cresce e migliora anche in difesa. «E' un momento importante della stagione - ricorda - in cui siamo sei punti sopra alla zona playout e tre sotto alla zona playoff. C'è da fare queste due partite fuori, considerando proprio che è troppo tempo che non vinciamo in trasferta. Dobbiamo puntare a due prestazioni importanti ma, in generale, giocare otto finali da qui alla fine». La squadra, però, può puntare su un momento buono. «La vittoria sul Bari - dice il difensore danese - ci ha fatto bene e ci ha permesso di vivere la pausa con la testa più libera. Ora, però, lavoriamo duro. Partiamo anche due giorni prima, proprio per preparare al meglio la partita di Ferrara, troppo importante per noi». Si parla, con lui, proprio del suo reparto, quella difesa sempre tanto criticata ma che, nonostante prenda qualche gol di troppo, è riuscita quest'anno per ben 13 volte a finire la partita senza subire nulla, con quello che viene chiamato "cleanshit". La Ternana, infatti, è la seconda squadra di tutta la serie B insieme al Genoa. Meglio ha fatto solo la capolista Frosinone, 17 volte senza gol presi. «Migliorare, si può sempre. Ma 13 partite prendendo zero gol è tanto. Ci abbiamo lavorato e abbiamo trovato più equilibrio. E' un lavoro di squadra. Non prendere gol, oltre che dai difensori, parte pure dagli attaccanti e dal filtro a centrocampo». La Ternana, quest'anno, in difesa, è passata da quattro a tre. «Ma io mi trovo bene in entrambi i sistemi. Non mi cambia nulla». Adesso, inoltre, con il rientro di Marco Capuano, il reparto è al gran completo e cresce la concorrenza. «Siamo tutti alla pari e di ottimo livello. Per un buon finale di campionato, serve la squadra al completo. Marco ha lavorato duramente e ci darà una mano importante». Sørensen deve pure stare attento a evitare ammonizioni, essendo diffidato. Lui così come Valerio Mantovani, suo compagno di reparto. «Sinceramente, però, non ci penso. Quando si va in campo, si fa quello si gioca la partita per la squadra, senza calcolare queste cose».
Il Messaggero