Stop aborto farmacologico a casa, le consigliere di Parità: «Rendere obbligatorio il ricovero ospedaliero complica solo la vita delle donne»

Stop aborto farmacologico a casa, le consigliere di Parità: «Rendere obbligatorio il ricovero ospedaliero complica solo la vita delle donne»
Esprimono un giudizio negativo sull’abrogazione della delibera che regola l’interruzione volontaria della gravidanza farmacologica le Consigliere di parità...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Esprimono un giudizio negativo sull’abrogazione della delibera che regola l’interruzione volontaria della gravidanza farmacologica le Consigliere di parità della Provincia di Terni (Maria Teresa Di Lernia e Ivana Bouché) e della Regione Umbria (Monica Paparelli). «Nel 2018, con molti anni di ritardo rispetto alle evidenze scientifiche e a diversi Paesi europei, con qualche resistenza, - sostengono in una nota - la giunta Marini approvò l’aborto farmacologico in regime di day hospital, evitando così alle donne il ricovero, consentendo di scegliere un metodo meno invasivo, e più adattabile alle loro necessità. Ora sarà obbligatorio il ricovero ospedaliero per tre giorni con il rischio di non trovare posto, poiché già adesso l’IVG chirurgica ha liste d’attesa lunghe e sappiamo che in questi casi il tempo è determinante, aggravato ulteriormente dalla conversione di alcuni ospedali per il covid e tra l’altro, i ricoveri ospedalieri aumentano il rischio di contagio.


«Riteniamo – affermano le Consigliere - che la nuova situazione che si determinerà, complicherà ulteriormente la vita delle donne. Si rischia di obbligarle al ricorso all’Interruzione volontaria chirurgica poiché continuerà ad essere effettuato in regime di day hospital pur necessitando di anestesia. Le donne subiscono già numerose discriminazioni sui luoghi di lavoro per la disparità salariale – ricordano - le pari opportunità sono ancora ben lontane dall’essere realizzate nella nostra regione come nel Paese. Il nostro auspicio come Consigliere di Parità è che la giunta regionale, guidata da una donna, ascolti di più le loro ragioni nel prendere decisioni che le riguardano, avendo come obiettivo comune la parità di diritti e di opportunità». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero