Esprimono un giudizio negativo sull’abrogazione della delibera che regola l’interruzione volontaria della gravidanza farmacologica le Consigliere di parità della Provincia di Terni (Maria Teresa Di Lernia e Ivana Bouché) e della Regione Umbria (Monica Paparelli). «Nel 2018, con molti anni di ritardo rispetto alle evidenze scientifiche e a diversi Paesi europei, con qualche resistenza, - sostengono in una nota - la giunta Marini approvò l’aborto farmacologico in regime di day hospital, evitando così alle donne il ricovero, consentendo di scegliere un metodo meno invasivo, e più adattabile alle loro necessità. Ora sarà obbligatorio il ricovero ospedaliero per tre giorni con il rischio di non trovare posto, poiché già adesso l’IVG chirurgica ha liste d’attesa lunghe e sappiamo che in questi casi il tempo è determinante, aggravato ulteriormente dalla conversione di alcuni ospedali per il covid e tra l’altro, i ricoveri ospedalieri aumentano il rischio di contagio.
Stop aborto farmacologico a casa, le consigliere di Parità:
«Rendere obbligatorio il ricovero ospedaliero complica solo la vita delle donne»

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Lunedì 15 Giugno 2020, 10:15
- Ultimo aggiornamento: 15:42
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di Umberto Giangiuli
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