SPOLETO - Reggio Calabria in festa, sul trono lo spoletino Alessandro Farroni. L’8 giugno, infatti, il consiglio Figc ha spalancato le porte della serie B alla Reggina, in...
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«Un sogno che si realizza, – dice senza mezzi termini – un passo importante per la carriera. Dovessi rimanere a Reggio sarà un’esperienza meravigliosa da vivere». Probabile sia così.
La saracinesca spoletina, che quest’anno ha fatto da secondo al numero uno Guarna, è legato al club amaranto da altri due anni di contratto e ha uno dei principali estimatori nel direttore sportivo Max Taibi, una vita da portiere come lui.
«È stato un grandissimo giocatore e mi ha voluto fortemente. – rivela Farroni – Non posso far altro che ringraziare lui, mister Toscano e il preparatore Pergolizzi».
Reggina promossa, città impazzita, anche oltre i limiti imposti dalle restrizioni per la fase 3.
«Il verdetto non era del tutto scontato. Potevamo aspettarci di tutto, anche di rigiocare il campionato. – racconta il portiere 23enne – E la piazza? Semplicemente di categoria superiore. L’affetto e il calore che senti facendo una semplice passeggiata in centro è qualcosa di stupendo».
A suo agio in Calabria, dove vive pure parte della sua famiglia. Perugia, invece, il luogo da cui ha spiccato il volo. Lì, la Primavera poi a Foligno l’esordio in D datato 2015. In totale 22 presenze, talento in mostra e la chiamata de L’Aquila con cui vola per altre due stagioni di Interregionale fino alla finale playoff. A Matera, nel 2018, l’esordio in Lega Pro.
«Cosa mi ha dato giocare nei professionisti? Anzitutto – risponde Farroni - ti fa rapportare con persone che hanno militato a livelli superiori. Ricevere aiuto, consigli da chi ha giocato in serie A è un vissuto prezioso che ti viene trasmesso».
Tappe bruciate. Pochi mesi, praticamente quattro, gli sono bastati per convincere la Reggina che lo ha acquistato a gennaio 2019. Il numero uno di Spoleto, però, tiene i piedi a terra:
«Ho lavorato sempre senza fare voli pindarici, ora speriamo possa andare tutto nel migliore dei modi».
Intanto, la festa tutta da godersi come il riposo a Spoleto prima di ripartire per un’altra sfida Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero