SPOLETO - Troppi “peccatori” sull’altare, disco rosso della Chiesa alle madrine e ai padrini di Cresima. È questa la novità che molti cresimandi...
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La novità arriva a compimento del primo percorso di catechesi delineato nel documento del 14 settembre 2017, con cui si è deciso un ritorno al passato: Cresima in Duomo per tutti il sabato e Prima Comunione nella parrocchia di appartenenza la domenica successiva. Nel decreto che mette in stand-by padrini e madrine (figure non imposte dal Codice di Diritto Canonico), l’arcivescovo chiarisce le motivazioni, mettendo al bando le ipocrisie. “La situazione familiare complessa o irregolare di tante persone proposte per assolvere questo compito – scrive - rende la questione ancora più delicata”.
Tradotto: i parroci si trovano spesso nella spiacevole situazione di dover respingere le candidature di separati, divorziati, conviventi o anche miscredenti. Proprio i parroci sono stati molto decisi nell’avallare questa novità, votando all’unanimità – nel collegio del 14 novembre scorso – per “la sospensione o l’abolizione” dei padrini e delle madrine di Cresima. Boccardo per ora ha scelto la linea più soft (a presentare al vescovo i cresimandi saranno un catechista e il parroco), evidenziando che nel mutato contesto socio-ecclesiale, negli aspiranti madrine o padrini talvolta “rimane ben poco visibile la dimensione della fede. Scelti abitualmente con criteri e finalità diverse da quelle che intende la Chiesa, risulta che essi non hanno piena consapevolezza ed effettiva idoneità a svolgere un ruolo efficace e credibile nel trasmettere la fede con la testimonianza della vita”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero