«Troppi peccatori sull'altare», al bando i padrini di Cresima nella diocesi di Spoleto e Norcia

«Troppi peccatori sull'altare», al bando i padrini di Cresima nella diocesi di Spoleto e Norcia
di Ilaria Bosi
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Sabato 18 Gennaio 2020, 17:11 - Ultimo aggiornamento: 17:30

SPOLETO - Troppi “peccatori” sull’altare, disco rosso della Chiesa alle madrine e ai padrini di Cresima. È questa la novità che molti cresimandi della Diocesi di Spoleto e Norcia si troveranno da quest’anno. L’arcivescovo Renato Boccardo (che è anche presidente dei vescovi umbri) ha infatti firmato il decreto con cui sospende per tre anni, ad experimentum, la figura dei padrini e delle madrine nel rito della Confermazione. Una novità per molti, ma non per tutti: a San Martino in Trignano, ad esempio, don Gianfranco Formenton sperimenta da tempo questa formula, preferendo catechisti o parroci (se stesso in primis) alla schiera di zii e amici di famiglia, che spesso si prestano al ruolo più per consuetudine sociale che per atto di fede.

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La novità arriva a compimento del primo percorso di catechesi delineato nel documento del 14 settembre 2017, con cui si è deciso un ritorno al passato: Cresima in Duomo per tutti il sabato e Prima Comunione nella parrocchia di appartenenza la domenica successiva. Nel decreto che mette in stand-by padrini e madrine (figure non imposte dal Codice di Diritto Canonico), l’arcivescovo chiarisce le motivazioni, mettendo al bando le ipocrisie. “La situazione familiare complessa o irregolare di tante persone proposte per assolvere questo compito – scrive - rende la questione ancora più delicata”.

Tradotto: i parroci si trovano spesso nella spiacevole situazione di dover respingere le candidature di separati, divorziati, conviventi o anche miscredenti. Proprio i parroci sono stati molto decisi nell’avallare questa novità, votando all’unanimità – nel collegio del 14 novembre scorso – per “la sospensione o l’abolizione” dei padrini e delle madrine di Cresima. Boccardo per ora ha scelto la linea più soft (a presentare al vescovo i cresimandi saranno un catechista e il parroco), evidenziando che nel mutato contesto socio-ecclesiale, negli aspiranti madrine o padrini talvolta “rimane ben poco visibile la dimensione della fede. Scelti abitualmente con criteri e finalità diverse da quelle che intende la Chiesa, risulta che essi non hanno piena consapevolezza ed effettiva idoneità a svolgere un ruolo efficace e credibile nel trasmettere la fede con la testimonianza della vita”.

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