Spese UniStranieri, ex ministro Giannini condannata dalla Corte dei Conti

Stefania Giannini quando era rettore dell'Università per Stranieri
PERUGIA - Dovranno pagare. L’ex ministro Stefania Giannini, il precedente rettore dell’Università per Stranieri Giovanni Paciullo e tutto il vecchio cda...

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PERUGIA - Dovranno pagare. L’ex ministro Stefania Giannini, il precedente rettore dell’Università per Stranieri Giovanni Paciullo e tutto il vecchio cda dell’ateneo dovranno risarcire l’Unistranieri. In totale 60mila euro più spicci. La vicenda va sotto il titolo di “Ex Contrappunto”: i giudici della terza sezione centrale d’Appello della Corte dei Conti hanno stabilito che parte dei soldi usciti dal bilancio dell’Università per Stranieri, ormai quasi dieci anni fa, per affittare alcuni locali in via Scortici, accanto a Palazzo Gallenga, furono una spesa conseguenza di «gestione approssimativa». L’appello ha confermato la sentenza di primo grado dell’aprile 2016.

Stefania Giannini ai tempi del Contrappunto indossava l’ermellino di rettore dell’Università per Stranieri di Perugia, oggi è vicedirettrice dell’Unesco per l’istruzione, in mezzo l’esperienza da ministro. Fatto sta che i giudici della Corte dei conti non hanno badato al curriculum e ci sono andati giù decisi, tanto da definire la gestione dell’intera vicenda “ex Contrappunto” «condotta in maniera molto approssimativa, per non dire irrazionale... una condotta connotata da colpevole superficialità (sentenza 365/2018 terza sezione giurisdizionale centrale d’appello ndr)».
Tra il 2008 e il 2012 l’Università per Stranieri prese in affitto alcuni spazi da destinare a centro ricreativo, senza che poi fossero effettivamente utilizzati per tutto il periodo, pagando così al proprietario anche i canoni non versati da chi aveva il sub affitto. Fu il collegio dei revisori dei conti, guidato da Antonio Buccarelli, il primo a far notare che in quella vicenda qualcosa non quadrava. La procura della Corte dei Conti, in prima battuta, aveva stimato un danno erariale molto consistente: la richiesta dell’accusa riportava la somma di 340mila euro. La sentenza di primo grado, invece, aveva riconosciuto un danno complessivo di 61.250 euro. Contro quella sentenza sono arrivati i ricorsi dei tredici condannati e anche della procura della Corte dei Conti, che ha calcolato altri 210mila euro di danni.

I giudici dell’appello hanno rimarcato con la penna rossa alcuni passaggi della vicenda, arrivando alla sottolineatura di «una evidente e inescusabile leggerezza...». Respinte le eccezioni legate al calcolo dei tempi di prescrizione, i magistrati hanno scelto di confermare la sentenza di primo grado che ad aprile 2016 aveva condannato l’ex rettore ed ex ministro Stefania Giannini e Paola Balsamo (ai tempi dei fatti direttore dell’Unistranieri) al pagamento di 9.187,50 euro ciascuno; e poi anche i membri del vecchio consiglio di amministrazione dell’Ateneo: Giuseppe Santoro al pagamento di 6086,54 euro, Paola Bianchi, Marcello Silvestrini, Giovanni Paciullo (rettore della Stranieri in carica fino a qualche giorno fa), Anna Comodi, Rita Stoppini, Fabio Matarazzo, Lucio Ubertini, Franco Mezzanotte e Marina Bon di Valsassina al pagamento di 3901,63 euro ciascuno. In totale, una somma di circa 60mila euro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero