PERUGIA - Lo shopping alimentare? Meglio nel quartiere, durante la settimana e ragionato. Il lockdown ha cambiato le abitudini degli umbri che hanno riscoperto il piacere di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Quattro le linee guida indicate dai presidenti delle due organizzazioni: assortimento di prodotti ricco e di qualità; allestimento dei banconi curato e innovativo; corretta politica dei prezzi; orientamento della clientela su scelta, cottura e conservazione dei prodotti. «Punti fermi che rendono il negozio alimentare sotto casa un’esperienza unica e vincente», aggiungono Tognaccioli e Tabarrini. L’indagine rivela come ogni commerciante in questi mesi di emergenza abbia cercato le contromisure per fidelizzare il cliente: valorizzando prodotti stagionali e di nicchia, comunicandone caratteristiche, provenienza e utilizzo. Qualcuno si è mosso per sviluppare filiere locali, mentre a livello di servizi, molti negozi di vicinato hanno sperimentato la spesa a domicilio e in molti sono sbarcati nei social media per comunicare, informare e promuovere. Una metamorfosi inevitabile considerando i cambiamenti che, dall’altra parte del bancone, hanno investito i clienti.
L’indagine Fida-Federcarni ha intanto messo in luce un aumento dei consumi indotto dalla chiusura della ristorazione: più carne e più prodotti alimentari italiani sono finiti nel carrello. «Le scelte hanno premiato i cibi più sani, a partire da frutta e verdura di stagione». Il lockdown ha cambiato anche i tempi della spesa: «I clienti hanno apprezzato la chiusura domenicale ed è quasi scomparsa la spesa d’impulso: quasi tutti si presentano con liste chiare e precise dei prodotti da comprare, per una spesa totalmente ragionata». L’indagine ha fornito feedback anche sull’età dei clienti tra i quali è cresciuta l’incidenza dei ventenni («anche per la necessità di fare la spesa per nonni o genitori») e a seguire della fascia 30-40 anni che al negozio di vicinato chiedono “prodotti genuini”.
Il consumatore della fascia 40-55 anni è invece il più attento, disposto a spendere un po’ più e a riscoprire le tradizioni culinaria, prediligendo un’offerta varia su ogni prodotto. La pandemia ha invece ridotto la presenza di over 55, più sensibili al prezzo e dalla spesa più contenuta. «I dati che emergono ci dicono dove siamo arrivati ma non ancora dove stiamo andando - osservano Tognaccioli e Tabarrini – anche per le variabili legate alla pandemia. Finora abbiamo risposto con le armi della competenza e della professionalità, ma non possiamo perdere di vista il mercato per rispondere con efficacia a un consumatore che vediamo costantemente in evoluzione, sotto il nostro sguardo».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero