Shopping alimentare? Meglio sotto casa e ragionato

Shopping alimentare? Meglio sotto casa e ragionato
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Mercoledì 8 Luglio 2020, 08:00
PERUGIA - Lo shopping alimentare? Meglio nel quartiere, durante la settimana e ragionato. Il lockdown ha cambiato le abitudini degli umbri che hanno riscoperto il piacere di cucinare e il gusto della qualità. Merito anche dei negozi alimentari di vicinato che hanno appassionato alla spesa anche i ventenni. Un’indagine Fida e Ferdercarni Umbria, associazioni alimentari aderenti a Confcommercio, indica i nuovi tratti del consumatore umbro, indicando alle imprese la strada da percorrere. «Gli umbri hanno riscoperto la buona tavola – dicono Samuele Tognaccioli e Lucio Tabarrini - si sono fatti più attenti all’acquisto e più disponibili all’ascolto del professionista che ha potuto svolgere pienamente la sua funzione di consulente all’acquisto».

Quattro le linee guida indicate dai presidenti delle due organizzazioni: assortimento di prodotti ricco e di qualità; allestimento dei banconi curato e innovativo; corretta politica dei prezzi; orientamento della clientela su scelta, cottura e conservazione dei prodotti. «Punti fermi che rendono il negozio alimentare sotto casa un’esperienza unica e vincente», aggiungono Tognaccioli e Tabarrini. L’indagine rivela come ogni commerciante in questi mesi di emergenza abbia cercato le contromisure per fidelizzare il cliente: valorizzando prodotti stagionali e di nicchia, comunicandone caratteristiche, provenienza e utilizzo. Qualcuno si è mosso per sviluppare filiere locali, mentre a livello di servizi, molti negozi di vicinato hanno sperimentato la spesa a domicilio e in molti sono sbarcati nei social media per comunicare, informare e promuovere. Una metamorfosi inevitabile considerando i cambiamenti che, dall’altra parte del bancone, hanno investito i clienti.

L’indagine Fida-Federcarni ha intanto messo in luce un aumento dei consumi indotto dalla chiusura della ristorazione: più carne e più prodotti alimentari italiani sono finiti nel carrello. «Le scelte hanno premiato i cibi più sani, a partire da frutta e verdura di stagione». Il lockdown ha cambiato anche i tempi della spesa: «I clienti hanno apprezzato la chiusura domenicale ed è quasi scomparsa la spesa d’impulso: quasi tutti si presentano con liste chiare e precise dei prodotti da comprare, per una spesa totalmente ragionata». L’indagine ha fornito feedback anche sull’età dei clienti tra i quali è cresciuta l’incidenza dei ventenni («anche per la necessità di fare la spesa per nonni o genitori») e a seguire della fascia 30-40 anni che al negozio di vicinato chiedono “prodotti genuini”.

Il consumatore della fascia 40-55 anni è invece il più attento, disposto a spendere un po’ più e a riscoprire le tradizioni culinaria, prediligendo un’offerta varia su ogni prodotto. La pandemia ha invece ridotto la presenza di over 55, più sensibili al prezzo e dalla spesa più contenuta. «I dati che emergono ci dicono dove siamo arrivati ma non ancora dove stiamo andando - osservano Tognaccioli e Tabarrini – anche per le variabili legate alla pandemia. Finora abbiamo risposto con le armi della competenza e della professionalità, ma non possiamo perdere di vista il mercato per rispondere con efficacia a un consumatore che vediamo costantemente in evoluzione, sotto il nostro sguardo».
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