Medicina, undici posti in più nelle scuole di specializzazione

Medicina, undici posti in più nelle scuole di specializzazione
PERUGIA - Botta e risposta tra maggioranza e opposizione. La giunta regionale mette sul piatto un milione e 600 mila euro per l’attivazione di undici contratti aggiuntivi a...

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PERUGIA - Botta e risposta tra maggioranza e opposizione. La giunta regionale mette sul piatto un milione e 600 mila euro per l’attivazione di undici contratti aggiuntivi a finanziamento regionale nelle scuole di specializzazione di area medica dell’Università degli studi di Perugia.

«La Giunta regionale – spiega l’assessore alla Salute, Luca Coletto - ha approvato un atto con il quale si provvede all’attivazione dei contratti aggiuntivi tenendo conto, oltre che delle esigenze manifestate da alcuni direttori delle scuole di specializzazione dell’Università degli Studi di Perugia, anche delle carenze evidenziate dalle aziende sanitarie regionali per alcune tipologie di specializzazione. La copertura finanziaria, assicurata dal bilancio regionale, garantisce sia la copertura dei contratti per la loro intera durata, sia le eventuali integrazioni dovute a sospensioni dell’attività formativa, mentre l’eventuale residuo potrà essere utilizzato per i contratti aggiuntivi che la Giunta regionale intenderà attivare per il nuovo anno».
I contratti saranno attivati nelle scuole di specializzazione di Malattie dell’apparato cardiovascolare (1 posto), medicina del lavoro(2 posti), dermatologia e venerologia(1 posto),Igiene e medicina preventiva (1 posto), anestesia, rianimazione e terapia intensiva (2 posti), pediatria (2 posti), radiodiagnostica (2 posti).
Il capogruppo del Pd in consiglio regionale, Tommaso Bori, lascia appena il tempo che la palla rimbalzi e colpisce al volo: «La Regione adotta il nostro provvedimento sulle scuole di specializzazione medica, ma con numeri insufficienti. Servono più risorse», rimarca annunciando la presentazione di una mozione ad hoc.

«Chiediamo una netta inversione di tendenza e l’aumento dei fondi stanziati - spiega il capogruppo dem - intendiamo discuterne nel prossimo consiglio regionale, sempre che l’atteggiamento ostruzionistico e autoreferenziale della giunta regionale questa volta lo permetta. Occorre ricoconosce che il fatto di aver aumentato il numero delle borse va nella giusta direzione, ma i numeri ridotti non sono di certo risolutivi per abbattere l’annoso problema dell’imbuto formativo. Servono più risorse, e servono in tempi assolutamente celeri». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero