Sangemini e Amerino,vendite in picchiata: l'allarme dei sindacati

Sangemini e Amerino,vendite in picchiata: l'allarme dei sindacati
Vendite in picchiata alla Sangemini. Le lavoratici e i lavoratori degli stabilimenti umbri esprimono forte preoccupazione per l’ulteriore diminuzione dei volumi...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Vendite in picchiata alla Sangemini. Le lavoratici e i lavoratori degli stabilimenti umbri esprimono forte preoccupazione per l’ulteriore diminuzione dei volumi di vendita rispetto allo scorso anno. Un calo che sindacati e Rsu attribuiscono alla mancanza di una rete commerciale adeguata. I siti di San Gemini e Acquasparta producono cinque marchi importanti sul mercato, che nonostante le difficoltà del momento e sebbene non siano mai stati valorizzati dalla proprietà, restano molto appetibili. Le 86 maestranze occupate attualmente nei due stabilimenti storici dell'Umbria del sud hanno attraversato anni di tensioni, mobilitazioni, cassa integrazione e presidi. Con l’apertura del tavolo di crisi al Mise e la procedura di concordato, era stato richiesto alla proprietà di puntare su quei marchi premium per rilanciare il gruppo Acque Minerali d’Italia. «Per salvaguardare l’occupazione chiediamo all’azienda di puntare sui marchi e sui prodotti di eccellenza dei nostri siti - scrivono in una nota i lavoratori - e ricordiamo che questi sono gli unici del gruppo Ami che possono usufruire del fondo ministeriale per la salvaguardia delle imprese e dei lavoratori». L’ennesimo allarme viene lanciato all’indomani di un' assemblea tra lavoratori, rappresentanze sindacali di Fai Flai e Uila, Rsu di stabilimento.  «Ci si aspettava un potenziamento della rete commerciale come promesso in sede ministeriale» - lamentano i lavoratori. Che ribadiscono: «non intendono accettare soluzioni che non siano in linea con la salvaguardia totale dell’occupazione e che non rispettino gli accordi già siglati. Il rilancio dei marchi  umbri è propedeutico  all’aumento dei volumi e al posizionamento stesso nelle catene di distribuzione».

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero