Sangemini e Amerino,vendite in picchiata: l'allarme dei sindacati

Sangemini e Amerino,vendite in picchiata: l'allarme dei sindacati
di Aurora Provantini
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Martedì 16 Febbraio 2021, 19:51 - Ultimo aggiornamento: 23:59

Vendite in picchiata alla Sangemini. Le lavoratici e i lavoratori degli stabilimenti umbri esprimono forte preoccupazione per l’ulteriore diminuzione dei volumi di vendita rispetto allo scorso anno. Un calo che sindacati e Rsu attribuiscono alla mancanza di una rete commerciale adeguata. I siti di San Gemini e Acquasparta producono cinque marchi importanti sul mercato, che nonostante le difficoltà del momento e sebbene non siano mai stati valorizzati dalla proprietà, restano molto appetibili. Le 86 maestranze occupate attualmente nei due stabilimenti storici dell'Umbria del sud hanno attraversato anni di tensioni, mobilitazioni, cassa integrazione e presidi. Con l’apertura del tavolo di crisi al Mise e la procedura di concordato, era stato richiesto alla proprietà di puntare su quei marchi premium per rilanciare il gruppo Acque Minerali d’Italia. «Per salvaguardare l’occupazione chiediamo all’azienda di puntare sui marchi e sui prodotti di eccellenza dei nostri siti - scrivono in una nota i lavoratori - e ricordiamo che questi sono gli unici del gruppo Ami che possono usufruire del fondo ministeriale per la salvaguardia delle imprese e dei lavoratori». L’ennesimo allarme viene lanciato all’indomani di un' assemblea tra lavoratori, rappresentanze sindacali di Fai Flai e Uila, Rsu di stabilimento.  «Ci si aspettava un potenziamento della rete commerciale come promesso in sede ministeriale» - lamentano i lavoratori. Che ribadiscono: «non intendono accettare soluzioni che non siano in linea con la salvaguardia totale dell’occupazione e che non rispettino gli accordi già siglati. Il rilancio dei marchi  umbri è propedeutico  all’aumento dei volumi e al posizionamento stesso nelle catene di distribuzione».

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