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In attesa che il piano regionale sui rifiuti faccia i conti con tutte le osservazioni per il procedimento di Vas (scadenza allungata al 22 dopo l’intervento delle associazioni ambientaliste che hanno fatto cambiare la data alla Regione), nel non placido pianeta dei rifiuti made in Umbria, si apre una guerra che può avere effetti devastanti per le tasche dei cittadini.
Le società che gestiscono il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti per il sub Ambito 2, cioè l’area del Perugino(Perugia, Corciano, Assisi, Todi, Marsciano, Magione, Bastia e Assisi, giusto per dare un’idea di città e dimensioni del territorio interessato che copre 24 Comuni) hanno deciso, affidandosi all’avvocato Pasquale Cristiano, di bussare alla porta del Tar perché contestano le delibere dell’Auri(l’Autorità regionale d’ambito per i servizi di idrico e rifiuti)che ha approvato (lo ha fatto l’assemblea dei sindaci) i Piani economici finanziari, Pef in sigla. Ballano trenta milioni che coprono il periodo che va da quest’anno al 2025 e i dubbi messi in campo da Gesenu, Gest, Ecocave, Sia e Trasimeno Servizi ambientali(Tsa) non sono pochi.
Le società si sentono danneggiate in modo «evidente e ingiustificato» perché nonostante il termine per l’approvazione dei Pef fosse stato prorogato al 30 giugno, l’Auri ha dato l’ok a metà maggio «senza garantire al gestore la necessaria e richiesta partecipazione al relativo procedimento».
Il Messaggero