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PERUGIA - «Lo sport ti allunga la vita, ma qui fanno morire noi». Il grido d'allarme arriva da gestori di palestre e titolari di associazioni sportive dilettantistiche, in difficoltà dopo un anno di chiusure, in cui i ristori (se ci sono stati) sono passati alla velocità di Usain Bolt. Ma gli sportivi («Non chiamateci palestrati») sono abituati a sudare.
E anche questa volta, in vista delle riaperture previste dal 15 maggio per le piscine e dal primo giugno per le palestre, non restano con le mani in mano. Sono arrabbiati, è vero, anche le ultime norme «affossano un settore», soprattutto per chi si occupa di attività di sport da contatto o non ha spazi esterni, con la Regione che – come riporta anche il sito del Coni Umbria – ha escluso associazioni e società sportive dilettantistiche dai contributi a fondo perduto. Sono arrabbiati, ma si rimboccano le maniche della tuta e si preparano alla ripartenza, già prima del mese prossimo.
«Siamo pronti, stiamo lavorando per offrire alla città un luogo sicuro, bello e con tutti i comfort», anticipa Marco Algieri di Amatori Nuoto (che gestisce le piscine Pellini e Lacugnana) e direttore tecnico della Sport Connection. Proprio in questi giorni, infatti, lo staff è impegnato nella realizzazione delle tre aree in cui a breve sarà possibile – come previsto dall'ultimo decreto – effettuare attività all'aperto. «È la prima volta in assoluto – prosegue – e stiamo lavorando per offrire lezioni di fitness e con personal trainer. La piscina non può aprire, ma noi stiamo allestendo uno spazio molto arieggiato e con un limitato numero di partecipanti: chi ha scaricato la nostra app, si prenota e se c'è posto partecipa. Insomma, un'attività in piena sicurezza. Quando si parte? Non abbiamo ancora una data, ma avvisiamo tutti gli interessati attraverso i canali social di Amatori Nuoti, sia Facebook che Instagram, sempre aggiornati». E la palestra? «Con quell'attività torniamo il primo giugno, poco prima di chiudere l'ultima volta, a ottobre, i Nas avevano riscontrato la completa aderenza ai protocolli di sicurezza. E noi siamo pronti».
Entusiasmo nonostante le difficoltà, che comunque non mancano.
«Lo sport non è più solo agonismo, lo sport è un farmaco contro la pandemia. Lo sport è salute e benessere», dichiara con forza Barbara Carli, delegato di Anif Umbria e responsabile tecnico del centro sportivo Area4 di Bastia. «La vera distrazione, l'errore è stato considerare le palestre come luoghi di contagio – spiega -, ma su quali basi scientifiche? Anzi i numeri parlando di un tasso inferiore all'1 per mille, a fronte poi di ingenti investimenti fatti per rispettare i protocolli, quando nemmeno utenze e affitti sono stati bloccati. Per non parlare di come gli sportivi siano abituati a uno stile di vita sano e rispettoso delle regole, siano abituati a proteggersi dalle infezioni e abbiano comunque difese immunitarie più salde. È un fatto che si sono avuti più danni con patologie correlate alla sedentarietà. Da un anno 20 milioni di italiani hanno visto preclusa la possibilità di fare sport e visti i ristori pressoché nulli, il vero sostegno che adesso ci aspettiamo è far capire alle persone che, come le mascherine, anche l'esercizio fisico ci preserva dal Covid. Facciamo nascere una nuova cultura del benessere – chiude -: un equilibrato esercizio fisico, che significa prendersi cura di se stessi, non è una libera scelta ma ormai una responsabilità e un dovere sociale».
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