Riaprono le palestre: c'è pure l'app per le lezioni a numero chiuso. «Così lo sport fa bene contro il Covid»

Riaprono le palestre: c'è pure l'app per le lezioni a numero chiuso. «Così lo sport fa bene contro il Covid»
di Egle Priolo
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Martedì 27 Aprile 2021, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 15:07

PERUGIA - «Lo sport ti allunga la vita, ma qui fanno morire noi». Il grido d'allarme arriva da gestori di palestre e titolari di associazioni sportive dilettantistiche, in difficoltà dopo un anno di chiusure, in cui i ristori (se ci sono stati) sono passati alla velocità di Usain Bolt. Ma gli sportivi («Non chiamateci palestrati») sono abituati a sudare.

E anche questa volta, in vista delle riaperture previste dal 15 maggio per le piscine e dal primo giugno per le palestre, non restano con le mani in mano. Sono arrabbiati, è vero, anche le ultime norme «affossano un settore», soprattutto per chi si occupa di attività di sport da contatto o non ha spazi esterni, con la Regione che – come riporta anche il sito del Coni Umbria – ha escluso associazioni e società sportive dilettantistiche dai contributi a fondo perduto. Sono arrabbiati, ma si rimboccano le maniche della tuta e si preparano alla ripartenza, già prima del mese prossimo.
«Siamo pronti, stiamo lavorando per offrire alla città un luogo sicuro, bello e con tutti i comfort», anticipa Marco Algieri di Amatori Nuoto (che gestisce le piscine Pellini e Lacugnana) e direttore tecnico della Sport Connection. Proprio in questi giorni, infatti, lo staff è impegnato nella realizzazione delle tre aree in cui a breve sarà possibile – come previsto dall'ultimo decreto – effettuare attività all'aperto. «È la prima volta in assoluto – prosegue – e stiamo lavorando per offrire lezioni di fitness e con personal trainer. La piscina non può aprire, ma noi stiamo allestendo uno spazio molto arieggiato e con un limitato numero di partecipanti: chi ha scaricato la nostra app, si prenota e se c'è posto partecipa. Insomma, un'attività in piena sicurezza. Quando si parte? Non abbiamo ancora una data, ma avvisiamo tutti gli interessati attraverso i canali social di Amatori Nuoti, sia Facebook che Instagram, sempre aggiornati». E la palestra? «Con quell'attività torniamo il primo giugno, poco prima di chiudere l'ultima volta, a ottobre, i Nas avevano riscontrato la completa aderenza ai protocolli di sicurezza. E noi siamo pronti».
Entusiasmo nonostante le difficoltà, che comunque non mancano. Come ricorda Edoardo Antolini, maestro della Tianlong Kung Fu Association, che sottolinea come nella sua struttura già in passato fossero state attuate tutte le misure previste: «controlli della temperatura all'ingresso, i gel igienizzanti in ogni locale, finestre aperte per un'areazione continua, oltre a registri delle presenze e delle sanificazioni e pulizie.

E ancora, postazioni di allenamento contrassegnate per il distanziamento, lezioni a numero chiuso per garantire la capienza di sicurezza e pulizie dopo ogni turno di allenamento. E tutto questo lavoro fatto dal sottoscritto - oltre all'insegnamento - perché non mi posso permettere di pagare ditte esterne». «Dimenticavo: zero casi contagio anche quando eravamo aperti, con lezioni dal lunedì al sabato», chiude Antolini, che anzi riporta lo studio statunitense pubblicato dal British Journal of Sports Medicine che evidenzia «come le persone fisicamente inattive hanno maggiori probabilità di subire effetti peggiori dal Covid-19».

«Lo sport non è più solo agonismo, lo sport è un farmaco contro la pandemia. Lo sport è salute e benessere», dichiara con forza Barbara Carli, delegato di Anif Umbria e responsabile tecnico del centro sportivo Area4 di Bastia. «La vera distrazione, l'errore è stato considerare le palestre come luoghi di contagio – spiega -, ma su quali basi scientifiche? Anzi i numeri parlando di un tasso inferiore all'1 per mille, a fronte poi di ingenti investimenti fatti per rispettare i protocolli, quando nemmeno utenze e affitti sono stati bloccati. Per non parlare di come gli sportivi siano abituati a uno stile di vita sano e rispettoso delle regole, siano abituati a proteggersi dalle infezioni e abbiano comunque difese immunitarie più salde. È un fatto che si sono avuti più danni con patologie correlate alla sedentarietà. Da un anno 20 milioni di italiani hanno visto preclusa la possibilità di fare sport e visti i ristori pressoché nulli, il vero sostegno che adesso ci aspettiamo è far capire alle persone che, come le mascherine, anche l'esercizio fisico ci preserva dal Covid. Facciamo nascere una nuova cultura del benessere – chiude -: un equilibrato esercizio fisico, che significa prendersi cura di se stessi, non è una libera scelta ma ormai una responsabilità e un dovere sociale».

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