Non solo una questione di liberare risorse, ma anche di focalizzare missione, ruoli e funzioni. Un modo per trasformare soggetti che agli occhi dei cittadini appaiono più...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Non solo una questione di liberare risorse, ma anche di focalizzare missione, ruoli e funzioni. Un modo per trasformare soggetti che agli occhi dei cittadini appaiono più come “carrozzoni” che come strumenti funzionali all’azione amministrativa. Il nuovo corso delle 16 partecipate regionali ha coinciso con un cambio di passo all’insegna di risanamento, rilancio e nuove sfide. Parole chiave ribadite dalla governatrice Donatella Tesei nel riepilogare risultati e obiettivi di tali soggetti, dopo aver fatto il punto con i rispettivi amministratori.
Tra salvataggi, riorganizzazioni e fusioni, a due quinti di legislatura la Regione ha tracciato il sentiero lungo il quale agenzie e altri organismi si sono incamminati. “Dai vari resoconti emerge l’importanza che le partecipate regionali rivestono per la comunità, il mondo delle imprese e vari settori strategici”, ha detto la presidente. “Quando ci siamo insediati erano scollegate, qualcosa di nebuloso con obiettivi spesso non ben individuati”, ha aggiunto spiegando che in alcuni casi tali enti erano un potenziale rischio per il bilancio regionale, citando gli esempi Sase, Umbria Mobilità, Umbraflor, Aur e Fondazione Umbria Jazz. “In questi due anni di lavoro non ci siamo limitati a salvare e risanare le partecipate, ma le abbiamo rilanciate individuando persone qualificate come amministratori, rendendone chiara la missione di interesse pubblico per il cittadino, creando tra di esse un sistema compatto e controllato, al servizio di cittadini e imprese”. Un’azione che si specchia nelle analisi puntali di Agenzia Umbria ricerche, negli interventi della Fondazione anti-usura per il finanziamento delle bollette, le iniziative pubbliche di Sviluppumbria o del Parco tecnologico 3A.
Più che un giro di boa, un pit stop necessario a chiarire le nuove sfide che tali soggetti sono chiamati ad affrontare.
Il Messaggero