Truffa aggravata. Con questa accusa è stato rinviato a giudizio un 59enne egiziano responsabile di aver indebitamente incassato oltre 33 mila euro di Reddito di...
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Sempre con la stessa accusa è finito a giudizio nei giorni scorsi un imprenditore marocchino di 46 anni, difeso dall’avvocato Teresa Giurgola, il quale avrebbe «indebitamente ottenuto mediante dichiarazioni non vere» oltre 21 mila euro di Reddito di cittadinanza. La Procura di Perugia gli contesta il reato di truffa in quanto l’uomo avrebbe compilato e presentato delle autocertificazioni nelle quali avrebbe inserito dati non veritieri, omettendone altri, come avere dichiarato di essere disoccupato, pur avendo una partita Iva come imprenditore da oltre vent’anni.
In più non ha dichiarato la proprietà di alcuni veicoli (negli atti della guardia di finanza di Gubbio si legge Fiat, Land Rover Range, Volkswagen Golf, Ford Mondeo, Mercedes C 250 D, Mercedes, Dacia Logan e Kymco S4). Secondo l’accusa avrebbe posto in essere «artifizi e raggiri» per «ottenere indebitamente il Reddito di cittadinanza», inducendo «in errore i pubblici ufficiali della sede Inps di Perugia presso cui l’imputato aveva presentato domanda per l’erogazione del sussidio, procurandosi l’ingiusto profitto dato dalla somma di 21.340 euro, contestualmente arrecando all’ente previdenziale un danno pari all’importo del contributo indebitamente elargito fino al maggio 2021».
Enzo Beretta Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero