Rapine tra Perugia e Corciano, botte e colpi di pistola: stroncata la banda dei vilantes

Rapine tra Perugia e Corciano, botte e colpi di pistola: stroncata la banda dei vilantes
PERUGIA - Almeno sette rapine, botte e colpi di pistola. I carabinieri stroncano una super banda che da marzo 2018 ha creato panico e allarme nella zona tra Perugia e Corciano,...

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PERUGIA - Almeno sette rapine, botte e colpi di pistola. I carabinieri stroncano una super banda che da marzo 2018 ha creato panico e allarme nella zona tra Perugia e Corciano, con raid anche ad Arezzo.


Le prime avvisaglie della banda si hanno a marzo 2018 quando, a seguito della rapina ai danni di un dipendente di una sala giochi di Ellera che stava versando 40mila euro dell'incasso di giornata a una cassa continua, i carabinieri della stazione di Corciano e della compagnia di Perugia risalgono ad un'auto e al suo proprietario presente sulla scena del crimine. E qui arriva la sorpresa, l'uomo è titolare di un'agenzia di investigazioni privata e nella banda (due gruppi che confluiscono in un unico sodalizio) ci sono vari dipendenti dell'agenzia stessa.

Partendo da ciò i carabinieri hanno ricostruito altre rapine commesse dalla banda: almeno sei, da gennaio a maggio 2018. Un tabaccaio, due sale giochi, un portavalori, un istituto di credito e un lavaggio. Ad Arezzo colpita un'oreficeria. Ma soprattutto, sottolineano i carabinieri, nel corso dell'attività di indagine i militari sono riusciti a fare in modo che non venissero commessi altri assalti.

Particolarmente violenta la rapina al tabaccaio di Ellera, con il proprietario e suo figlio non solo picchiati ma terrorizzati da un colpo di pistola sparato da uno dei due banditi che avevano fatto irruzione.

In pratica, il titolare dell'agenzia  (perugino di 42 anni) fungeva da basista e da regista indicando le attività da colpire per i due gruppi, uno della zona di Assisi e un altro di Prato.

Al termine dell'attività i carabinieri e la Procura hanno chiesto e ottenuto misure cautelari per quattordici indagati, nove in carcere e cinque ai domiciliari: catturati tutti tranne uno, ancora in fuga.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero