Terni, quei giovani in fuga in cerca di opportunità

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TERNI La valigia in mano, il sogno di un lavoro sicuro nella testa, la...

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TERNI La valigia in mano, il sogno di un lavoro sicuro nella testa, la nostalgia di casa nel cuore: così oltre 600 ternani hanno abbandonato la provincia di Terni nel 2016 per espatriare all'estero, sei volte quanti se ne erano andati appena cinque anni prima. Il fenomeno viene delineato dai dati dell'ultimo rapporto sulle migrazioni realizzato Ires Cgil Umbria, presentato ieri dal sindacato: nel 2016 si sono cancellati dall'anagrafe dei Comuni del Ternano, per registrare la residenza all'estero, ben 629 cittadini italiani. Erano stati appena 101 nel 2001, anno precedente al boom di espatri, visto che nel 2012 la fetta di quanti hanno scelto la fuga' era schizzata a 526 unità, per poi crescere ulteriormente e passare a 578 nel 2013, 626 nel 2014 e 690 nel 2015 (oltre la metà delle 1.228 cancellazioni registrate nello stesso anno in tutta l'Umbria, la maggior parte delle quali nella fascia di età 18-39 anni). Un fenomeno confermato anche dall'andamento parallelo di quanti, senza andare troppo lontano, hanno lasciato il territorio ternano verso altre province italiane, passati dai 913 del 2011 ai 3.948 del 2016. «Una perdita che il territorio in questa fase non può proprio permettersi, perché in gran parte ad andarsene sono giovani laureati e formati» hanno commentato, illustrando i numeri, il segretario generale della Cgil di Terni, Attilio Romanelli, la segretaria provinciale Valentina Porfidi e il presidente dell'Ires Umbria, Mario Bravi. «La provincia di Terni non è ormai più attrattiva - hanno continuato - e l'andamento demografico rispecchia la situazione economica di crisi del territorio. L'età media della popolazione è arrivata a toccare i 47,7 anni, superiore sia a quella di Perugia che dell'Italia, così come l'indice di dipendenza degli anziani è di oltre 4 punti percentuali più alto di quello del Perugino e di 9 di quello dell'Italia». L'unica componente che permette di porre un freno non solo all'inesorabile invecchiamento ma anche allo spopolamento della provincia - dove i residenti sono scesi dalle 231.525 unità del 2014 alle 228.218 del 2017 - è quella straniera, la cui presenza è sostanzialmente stabile e, con le sue 22.921 unità, continua a rappresentare, in termini di incidenza, il 10% della popolazione complessiva. «Dopo decenni - ha sottolineato Romanelli - per la prima volta la composizione urbana di Terni registra una presenza di cittadini ternani sotto le 100 mila unità, a fronte di 16 mila cittadini di nuova origine. E' un dato da cui partire nella riflessione, perché l'apporto degli stranieri si sta rivelando fondamentale». Una riflessione che però, hanno aggiunto Porfidi e Bravi, non deve lasciare spazio «ad allarmismi infondati e fake news, visto che l'immigrazione è oggi ben lontana da quell'idea di invasione sbandierata da chi vuole strumentalizzare la realtà».

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Il Messaggero