Piccolo Carro, chiesto il processo per moglie e marito: l'accusa è truffa

Piccolo Carro, chiesto il processo per moglie e marito: l'accusa è truffa
Per Cristina Aristei e Pietro Salerno, coinvolti nell'inchiesta sulla cooperativa Piccolo Carro, la Procura di Perugia ha formalizzato la richiesta di rinvio a...

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Per Cristina Aristei e Pietro Salerno, coinvolti nell'inchiesta sulla cooperativa Piccolo Carro, la Procura di Perugia ha formalizzato la richiesta di rinvio a giudizio. L'istanza è stata avanzata nel corso dell'udienza preliminare che si è svolta dinanzi al giudice Piercarlo Frabotta. Le ipotesi di reato riguardano presunti episodi di truffa aggravata e frode nelle pubbliche forniture. Dalle indagini della guardia di finanza è emerso, infatti, che moglie e marito, rispettivamente presidente e vicepresidente della coop, ospitavano in cinque strutture gestite dalla cooperativa tra Perugia, Assisi e Bettona minori affidati dai servizi sociali senza però avere le necessarie autorizzazioni per svolgere attività terapeutico-sanitaria.

Stando alla ricostruzione dell'accusa la cooperativa incassava circa 400 euro al giorno per ogni giovane ospitato senza averne titolo. La richiesta di rinvio a giudizio formalizzata ieri in aula arriva dopo la conclusione delle indagini da parte della guardia di finanza notificata nei mesi scorsi agli indagati e alla società. Nel dicembre 2017 il gip di Perugia aveva disposto il sequestro di 6,3 milioni di euro riconducibili alla coop – tra i beni ai quali vennero messi i sigilli gli immobili della società, i conti correnti, altri beni privati degli indagati tra cui un'auto e perfino un pianoforte, per un valore di gran lunga inferiore a quello indicato – ma il provvedimento confermato in prima battuta dal tribunale del Riesame umbro è stato annullato dalla Prima sezione della Cassazione presieduta da Piercamillo Davigo. Ieri mattina hanno preso la parola nel corso dell'udienza a porte chiuse anche l'associazione Colibrì e le Asl di Bologna, dell'Emilia Romagna, del Friuli occidentale e Udine.

L'avvocato Gianni Zurino, difensore del Piccolo Carro, prenderà la parola il 28 novembre insieme ai colleghi Giancarlo Viti e Mario Tedesco che assistono Aristei e Salerno. In quella data, dunque, Frabotta avrà due possibilità: proscioglimento o processo.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero