Perugia, specializzandi al Pronto soccorso per i malori dopo le sfuriate della direttrice

Perugia, specializzandi al Pronto soccorso per i malori dopo le sfuriate della direttrice
Specializzandi dimezzati in un anno, con tanto di accessi al pronto...

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Specializzandi dimezzati in un anno, con tanto di accessi al pronto soccorso per riprendersi dopo le sfuriate. E le accuse alla direttrice della Scuola di neurologia di Perugia, Lucilla Parnetti, non accennano a scemare: il tappo è saltato e – seppur sempre in anonimato o sotto l'ala dell'Associazione liberi specializzandi – in tanti si levano i sassolini dalle scarpe per quelle ore in reparto diventate un incubo, secondo i giovani medici che venerdì hanno pubblicato gli audio che raccontano di insulti e minacce. Sui social in migliaia esprimono solidarietà agli specializzandi che sarebbero stati vessati e umiliati dalla professoressa, ma va detto che - altrettanto in anonimato, particolare che dà l'idea del clima che si respira ora in quell'area dell'ospedale – c'è chi parla di «un'esecuzione» nei confronti della direttrice, sia per le modalità che per la furia della denuncia. Denuncia che, serpeggia sempre in ospedale, non avrebbe fatto piacere solo agli specializzandi. Gossip da corsia, ovviamente, ma è chiaro che quando il veleno esce è come metterlo davanti al ventilatore. In ogni caso, mentre non risulta ancora nessun fascicolo già aperto in procura (che alle segnalazioni deve poter aggiungere volti e nomi), ci vorrà ancora qualche giorno per capire se l'Azienda ospedaliera ed eventualmente l'Università prenderanno qualche provvedimento di natura disciplinare nei confronti della direttrice: audio, denunce e i “diari” che girano ora vanno comunque sottoposti al vaglio della dirigenza e di una commissione che valuterà il peso e la gravità di quegli attacchi ai giovani medici. Attacchi che, appunto, secondo il “diario” fatto trapelare in totale anonimato, avrebbero portato non solo a dimezzare da 8 a 4 gli specializzandi in un anno, ma anche a «danni sia dal punto di vista fisico che psicologico – si legge –, vedi gli accessi al pronto soccorso degli specializzandi della Neurologia, comunque insufficienti a quantificare le crisi di pianto, gli attacchi di panico, il malessere costante che derivano dal trovarsi in un ambiente volutamente tossico e malsano». L'Als e gli specializzandi chiedono la sospensione della professoressa, mentre lei ha scelto al momento il silenzio

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Il Messaggero