Perugia, sequestrata in casa e minacciata: «Ti faccio a pezzi, ti ammazzo»

Perugia, sequestrata in casa e minacciata: «Ti faccio a pezzi, ti ammazzo»
Fidanzata sequestrata per un’intera notte al termine di un violento litigio, picchiata con calci e pugni al volto che le hanno provocato fratture. E messaggi da mettere i...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Fidanzata sequestrata per un’intera notte al termine di un violento litigio, picchiata con calci e pugni al volto che le hanno provocato fratture. E messaggi da mettere i brividi: «Ti faccio a pezzi, ti ammazzo». Sono queste le contestazioni mosse dalla Procura di Perugia a un albanese di 44 anni rinviato a giudizio ieri mattina dal giudice per l’udienza preliminare Valerio D’Andria. L’uomo è accusato dei reati di sequestro di persona, stalking e lesioni. Il suo processo inizierà l’11 giugno prossimo dinanzi al tribunale collegiale. Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari notificato allo straniero nel giugno 2017 il pubblico ministero Anna Maria Greco elenca le contestazioni. Nel primo capo d’accusa è spiegato che la poveretta «è stata privata della libertà personale» e le è stato «impedito per tutta la notte - nel novembre 2016 - di uscire dall'appartamento di Perugia dove la donna lo aveva ospitato».


Più in particolare la persona offesa ha raccontato di essere stata «rincorsa e picchiata dopo una lite» scoppiata «perché lei voleva che il compagno lasciasse quell'appartamento». Soltanto l’indomani, quando l’albanese stava dormendo, la poveretta era riuscita a fuggire. Tra le accuse mosse all'imputato, difeso in aula dall'avvocato Antonio Aiello, ci sono anche le lesioni: stando alla ricostruzione l'imputato ha «ripetutamente colpito con pugni, calci al volto e schiaffi la donna procurandole fratture costali multiple con versamento pleurico», lesioni giudicate guaribili in 40 giorni.


Ecco, infine, l'accusa di stalking: considerando che la donna non aveva più fatto rientro a casa per paura, l'imputato aveva - si legge negli atti giudiziari - deciso di «minacciarla di morte per telefono, proferendo in più occasioni al suo indirizzo le parole 'Ti faccio a pezzi, ti ammazzo'». Agli atti sono finite anche le «innumerevoli volte» in cui la donna è stata contattata al telefono - circa duemila telefonate in cinque mesi, da novembre 2016 ad aprile 2017 -. Una condizione, questa, secondo la Procura umbra, che aveva «cagionato in lei un perdurante stato d'ansia e di paura, ingenerando il fondato timore per l'incolumità propria di vita e costringendola a modificare le proprie abitudini di vita». Le indagini sono state svolte dai carabinieri della stazione di Perugia diretti dal luogotenente Lorenzo Antoniello. «Dalla notizia di reato comunicata a questo ufficio e dall'attività di indagine compiuta - scrive il pm - emergono elementi che allo stato escludono di dare corso a una richiesta di archiviazione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero