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PERUGIA - L’attacco è disturbo della quiete pubblica. Il contrattacco è diffamzione. La movida perugina finisce in tribunale, e sono accuse e contro accuse tra un barista e alcuni residenti della zona universitaria.
Certo, pensare alla movida oggi con il coprifuoco e la zona rossa è una cosa quasi surreale. Eppure in quella zona di centro, tra le scale dell’Acquedotto e le facoltà universitarie, il ritrovarsi di ragazzi e studenti è stato finché il Covid lo ha reso possibile uno dei tratti distintivi. Inevitabile, con la vitalità dei giovani a rappresentare una risorsa importante per molte attività commerciali e locali nella zona circostante.
La questione, purtroppo, è che in alcuni casi e situazioni i residenti hanno individuato queste situazioni come fonte di disagi notturni. Specie nel fine settimana, quando in alcuni periodi dormire per qualcuno è stato una vera e propria chimera. Al punto da pensare, specie d’estate e per chi ne aveva la possibilità, di allontanarsi per il fine settimana. Ma il non riuscire a riposare fino alle prime ore del mattino è stato anche causa, per chi aveva una struttura ricettiva in zona, di situazioni poco piacevoli con ospiti e turisti che si sono più volte lamentati.
L’ATTACCO
Una situazione di crescente tensione, tra i residenti e il barista, che ha avuto il culmine tra 2018 e 2019 quando si sono susseguite per mesi le segnalazioni alla polizia municipale e alle forze dell’ordine e i relativi interventi per verificare la situazione. Interventi che in più casi hanno portato a sanzioni per l’esercente. Oltre a denunce da parte dei residenti, che tra gli altri si sono affidati all’avvocato Sylvia Piazzoli.
Il culmine è arrivato il 31 gennaio 2019: secondo quanto si legge nel decreto di citazione a giudizio firmato dal pubblico ministero Massimo Casucci, «data di esecuzione del sequestro dell’impiato sonoro - superamento del valore differenziale accertato il 22 e 23 settembre 2018 - schiamazzi all’esterno del locale e livello sonoro oltre i livelli di tollerabilità». Questa la situazione, con il barista accusato di disturbo della quiete pubblica che andrà a processo il prossimo 25 marzo.
«È vittima di una situazione difficile che si è venuta a creare - dice l’avvocato Cosimo Gabriele Caforio, difensore dell’esercente -. La zona era ed è particolarmente depressa, lui lavorava la sera con gli studenti ed era l’unico momento di attività vera e di entrate».
IL CONTRATTACCO
Difesa e contrattacco.
Il Messaggero