Perugia, pugni alla compagna per costringerla ad abortire

Perugia, pugni alla compagna per costringerla ad abortire
PERUGIA - Picchia la compagna per indurla ad abortire. La polizia ha denunciato martedì un nigeriano di 27 anni per lesioni. La donna è stata dimessa...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PERUGIA - Picchia la compagna per indurla ad abortire. La polizia ha denunciato martedì un nigeriano di 27 anni per lesioni. La donna è stata dimessa dall'ospedale con una prognosi di 10 giorni.

Alle 23 di lunedì la sala operativa della questura ha ricevuto una richiesta di intervento in centro storico: una donna chiedeva aiuto. All’arrivo della volante i poliziotti hanno trovato la giovane, una cittadina nigeriana di 25 anni con i documenti di soggiorno in regola, che ha spiegato di essere incinta di otto settimane e di essere fuggita da casa per sottrarsi alla violenza del suo compagno. Secondo il racconto della donna l’uomo, incensurato, non accettando la gravidanza, aveva tentato di indurla ad abortire fino addirittura a colpirla. Per proteggere se stessa e il bambino la donna era fuggita e aveva chiesto aiuto ad una passante, pregandola di chiamare per lei la polizia perché temeva che le sue difficoltà con la lingua italiana - la giovane parlava soltanto in inglese - avrebbero potuto rendere incomprensibile la richiesta di soccorso. 
Viste le condizioni della donna, i poliziotti hanno chiesto l’intervento del 118 che ha trasportato la giovane in ospedale per gli accertamenti e le cure del caso.



  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero