Firma il contratto del telefono a nome dell'amica per non pagare le bollette, a processo

Il tribunale penale di Perugia
PERUGIA - Le bollette, si sa, difficilmente sono guardate con gioia quando occhieggiano, con fare sempre passivo aggressivo, dalla cassetta della posta. Si spera sempre di non...

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PERUGIA - Le bollette, si sa, difficilmente sono guardate con gioia quando occhieggiano, con fare sempre passivo aggressivo, dalla cassetta della posta. Si spera sempre di non aver speso troppo, si spera semmai in un errore e al massimo una volta all'anno si festeggia per quel conguaglio del gas “Non c'è niente da pagare”, che rimette a posto un'intera giornata e mette in fila tutto il nervoso di tanti mesi invernali dalle bollette pesanti.

Ma quando a casa arrivano conti anche da 250 euro di telefonate, che si fa? Dopo aver perso un battito per la sorpresa, aver fatto al volo mente locale su quale coinquilino possa aver abusato della cornetta di casa e avergliene dette ben più di quattro ma sempre e solo nella propria testa fumante, magari si guarda meglio la bolletta. E si scopre di avere un'utenza intestata a proprio nome senza saperne nulla.
È quello che, ormai quasi tre anni fa, è successo a una donna residente in centro storico, che si è vista recapitare alcune bollette a proprio nome, ma di un contratto telefonico mai utilizzato. Non è stato difficile arrivare a trovare la persona che, invece, lo avrebbe usato e pure senza mai pagare gli addebiti: una sua amica che per questo è stata accusata di sostituzione di persona. Per quella firma in fondo al contratto che non sarebbe dell'intestataria.
Secondo le contestazioni (il fascicolo era inizialmente del sostituto procuratore Michele Adragna, all'ultima udienza la procura è stata rappresentata dal pm Stefania Vincentelli) la donna, una cinquantacinquenne di origini romene, «al fine di procurarsi un vantaggio, sostituiva la propria persona a quella» dell'amica che l'ha denunciata «utilizzando i suoi dati personali, attivando un contratto con la società Tim per la fornitura dell'utenza telefonica attestata presso la propria abitazione di Perugia».


La cinquantacinquenne, difesa dall'avvocato Giuseppe De Lio, contesta da sempre ogni addebito e professa la propria innocenza anche adesso che è sotto processo davanti al giudice Annarita Cataldo. Il prossimo appuntamento in aula è in programma per il 6 maggio, quando verrà formalizzata la richiesta di perizia grafologica: l'imputata infatti ha richiesto che venga accertato come non sia stata lei a contraffare la firma dell'amica sul contratto di attivazione dell'utenza. Che nel frattempo è stata ovviamente chiusa, mentre l'intestataria che ha fatto partire tutto il procedimento con la sua querela risulta attualmente irreperibile. Insomma, irrintracciabile. Anche al telefono. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero