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Un comportamento a metà fra lo stalkeraggio e le molestie sul posto di lavoro, ricorrendo ad una bottiglia d’acqua contaminata. Presunta responsabile un’operatrice sanitaria dell’equipe che gestisce “La casa nel parco”, l’hospice centro residenziale cure palliative al Parco Margherita. L’ex padiglione “Zurli” di via del Giochetto a Perugia. Sarebbe stata una professionista in servizio nella struttura a nutrire qualche sospetto dopo avere bevuto un sorso ed avvertito un sapore strano e sgradevole. Ma la lampadina del sospetto dovrebbe essersi accesa dopo che quella sensazione d’amaro l’ha percepita più volte. Da gennaio al 20 settembre scorso, il periodo non a caso messo sotto la lente dagli investigatori del Nas dei carabinieri, coordinati dalla procura della repubblica guidata da Raffaele Cantone. Il sistema di video sorveglianza interno alla struttura avrebbe incastrato un’operatrice sanitaria, ascoltata nei giorni scorsi alla presenza del suo legale. Di fronte agli uomini del maggiore Sergio Riccardi avrebbe fatto parziali ammissioni e fornito una propria versione dell’accaduto. Risulterebbe indagata, sospesa dal servizio da parte della Usl Umbria 1 che avrebbe avviato un procedimento disciplinare nei suoi confronti. Intanto, dalle maglie dello strettissimo riserbo che circonda la vicenda trapela di diverse segnalazioni sui comportamenti della donna inoltrate nel tempo alla direzione aziendale. Al momento comunque, non risulterebbero provvedimenti o decisioni di alcun genere. Nonostante ciò, i dettagli emersi sembrano portare alla luce del sole rapporti non sempre sereni all’interno della struttura di via del Giochetto senza per altro intaccare l’altissimo livello dell’assistenza agli ospiti. Intanto, il magistrato titolare del fascicolo avrebbe nominato un perito per accertare il tipo e la quantità di sostanza messa nell’acqua, rendendola disgustosa al palato, senza provocare malori o conseguenze fisiche alla professionista che l’ha ingoiata. L’esito delle analisi chimiche darà al pm l’input per rubricare il reato eventualmente commesso dall’operatrice socio sanitaria. L’hospice “Casa nel parco” è un complesso residenziale che ha caratteristiche simili ad una casa, rappresenta un’offerta socio-sanitaria con bassa tecnologia, ma elevata intensità assistenziale, umana e competenza specifica. Si pone come alternativa all’abitazione della persona ogni qualvolta vi siano situazioni non più gestibili a domicilio, si tratti di sintomi non controllati o di esigenze di altro genere come quelle di un paziente monofamiliare. Nell’ambito delle molestie e sevizie sul posto di lavoro è collocabile il precedente, ancor più inquietante, che portò in tribunale un uomo ed una donna per i quali scattò il licenziamento. La vittima, una giovane poco più che maggiorenne, denunciò di essere stata legata ai braccioli di una sedia da ufficio, del tipo con le rotelle, portata in giro in quelle condizioni, pesata sulla bilancia da pacchi, insultata e palpeggiata.
Il Messaggero