Perugia, auto con la carta di credito dell'Università: la Procura vuol processare un prof

Perugia, auto con la carta di credito dell'Università: la Procura vuol processare un prof
La Procura della Repubblica di Perugia chiede di processare un professore dell’Univesità degli Studi di Perugia ritenuto colpevole del reato di peculato....

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La Procura della Repubblica di Perugia chiede di processare un professore dell’Univesità degli Studi di Perugia ritenuto colpevole del reato di peculato. Nell’inchiesta risultano tre indagati: si tratta, appunto, del 55enne, già direttore del Consorzio interuniversitario macchine impianti e sistemi per l’energia, l’industria e l’ambiente dal settembre 2013, del suo predecessore, un 68enne, anch’egli «pubblico ufficiale o comunque incaricato di pubblico servizio» per l’incarico ricoperto dal 2008 al 2013 e, infine, di un 59enne considerato «beneficiario istigatore» di un’appropriazione quantificata in 105 mila euro. Nello specifico la Procura parla della disponibilità concessa al 59enne di due Audi Q5. Entrambi i contratti di noleggio - hanno accertato le indagini - sono stati stipulati dal 68enne, i «pagamenti vari durante la durata della carica» sono stati invece sostenuti da entrambi i direttori. Secondo il pm Giuseppe Petrazzini «i veicoli sono stati utilizzati in via esclusiva» dal 59enne «non titolare di cariche presso il Cimis e in assenza di alcuna utilità per il Consorzio». Per arrivare alla somma di 105 mila euro «appartenente al Consorzio e della quale avevano la disponibilità» la Procura ha conteggiato il pagamento dei canoni di noleggio, gli ulteriori oneri più tutte le spese di gestione che comprendono le rate, le riparazioni dei sinistri e la scheda carburante. Ci sono perfino le sanzioni per violazioni amministrative. 


Il docente 55enne, però, viene inoltre accusato di essersi «appropriato di somme di denaro di proprietà del Consorzio delle quali aveva il possesso, mediante impiego della carta di credito a lui assegnata e direttamente utilizzabile». Dal conto corrente intestato al Cimis sono stati spesi soldi per «finalità personali e, comunque, estranee a quelle consentite». La carta di credito - si legge negli atti giudiziari - è stata utilizzata per acquisti che vanno dal cambio Shimano della bicicletta alla lavastoviglie, auricolari bluetooth, olio per la macchina. E ancora: la poltrona per l’ufficio comprata da Maison du Monde, Dvd di Euronics, il tagliando alla Fiat Ulisse, guide turistiche comprate alla Libreria grande, c’è un «pasto estraneo ad eventi professionali» e numerosi «menu bimbi» all’Old Wild West. L’udienza preliminare in corso davanti al giudice Natalia Giubilei proseguirà a metà gennaio: in quella circostanza si potrebbe decidere sull’eventuale rinvio a giudizio. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Francesco Fratini, Marco Baldassarri ed Enrico Marzaduri. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero